Fitofarmaci illegali nel Codice penale. Le richieste delle associazioni
Dopo l’approvazione in Senato dei nuovi reati agroalimentari, Coldiretti, Federchimica Agrofarma, Legacoop Agroalimentare e Legambiente lanciano una proposta congiunta per rendere più efficaci le sanzioni penali contro il mercato illegale dei fitofarmaci, sempre più pericoloso per ambiente, salute e imprese agricole.
Secondo i dati delle forze dell’ordine, nel 2024 i controlli sono stati 2.113 (+49,8% rispetto al 2023), con 407 reati e illeciti amministrativi accertati (+24,1%), 341 denunce (+13,7%) e 54 sequestri, più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Le sanzioni penali e amministrative sono state 390, ma secondo le organizzazioni non sono sufficienti a contrastare efficacemente il fenomeno.
A livello europeo, l’operazione “Silver Axe” di Europol evidenzia una crescita esponenziale: tra gennaio e aprile 2023 sono state sequestrate 2.040 tonnellate di fitofarmaci illegali, quasi il doppio rispetto alle 1.150 del 2022, e l’Europa si conferma vulnerabile a importazioni di prodotti contraffatti dall’Asia e da organizzazioni criminali interne, spesso riconducibili alla camorra.
La proposta avanzata dalle quattro organizzazioni prevede l’inserimento nel Codice penale di un nuovo delitto, denominato “Produzione e commercio di prodotti fitosanitari illeciti”, con pene da 2 a 6 anni di reclusione, estese da 3 a 8 anni in caso di utilizzo di sostanze altamente tossiche, cancerogene o pericolose per la salute e l’ambiente. Previste anche confisca dei proventi, operazioni sotto copertura e sanzioni pecuniarie per le imprese coinvolte.
«La diffusione di fitofarmaci illegali rappresenta una minaccia grave per la salute dei consumatori, per l’ambiente e per le aziende agricole oneste – commentano Coldiretti, Federchimica Agrofarma, Legacoop Agroalimentare e Legambiente –. Serve un intervento normativo rapido e incisivo per colmare il vuoto legislativo attuale».
La proposta è stata inviata al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, e agli uffici di presidenza delle Commissioni Giustizia e Agricoltura di Camera e Senato, con l’obiettivo di inserirla nel primo provvedimento utile in discussione.
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