Fondi del caffè e plastica scartata per intrappolare CO2. La scoperta
Gli scienziati dell’Università di Sharjah hanno sviluppato una tecnologia innovativa che trasforma fondi di caffè esausti e bottiglie di plastica PET in carbonio attivo capace di catturare grandi quantità di CO₂. La scoperta, protetta da un brevetto statunitense, offre una soluzione concreta per ridurre le emissioni industriali e affrontare due emergenze ambientali: la gestione dei rifiuti e il cambiamento climatic
Come funziona la tecnologia innovativa
Il processo brevettato utilizza la co-pirolisi, riscaldando a 600°C fondi di caffè e plastica PET con idrossido di potassio. Il risultato è un carbonio attivo ad alte prestazioni, in grado di catturare oltre 8 milioni di molecole di CO₂ per grammo.
Il dottor Haif Aljomard, inventore principale, spiega:
“Ciò che inizia con un bicchiere di caffè e una bottiglia di plastica scartata può diventare uno strumento potente nella lotta contro il cambiamento climatico.”
Ogni anno finiscono in discarica circa 8 milioni di tonnellate di fondi di caffè, che rilasciano gas serra come il metano. Questa tecnologia non solo riduce i rifiuti, ma li trasforma in una risorsa utile per l’industria.
Economia circolare e applicazioni industriali
Il Professor Chaouki Ghenai, co-inventore, evidenzia il contributo all’economia circolare:
“La nostra invenzione integra flussi di rifiuti trasformandoli in prodotti di valore, dimostrando che sostenibilità e innovazione possono camminare insieme.”
Il carbonio attivo può essere impiegato in:
- Purificazione dei gas industriali
- Filtrazione e trattamento dell’acqua potabile e delle acque reflue
- Controllo delle emissioni in centrali elettriche e impianti produttivi
- Settori chimici, energetici e alimentari
Grazie alla disponibilità dei materiali di partenza, i costi di produzione restano contenuti, rendendo la tecnologia economicamente sostenibile.
Un mercato in forte crescita
Il mercato globale della cattura del carbonio crescerà dai 5,47 miliardi di dollari nel 2025 ai 20,59 miliardi entro il 2035. La tecnologia di Sharjah offre una soluzione versatile, utile alle aziende per rispettare normative ambientali sempre più rigorose e migliorare il proprio impatto ecologico.
I ricercatori prevedono una rapida transizione dalla fase sperimentale a quella industriale, rendendo questa innovazione un percorso concreto per la sostenibilità e la riduzione delle emissioni di carbonio.
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