Clima, suolo e civiltà: svelati i segreti ambientali dell’antico regno di Gandhara
Nel corso del 37° Himalayan-Karakoram-Tibet Workshop (HKT), svoltosi a Torino, un gruppo internazionale di ricercatori ha presentato uno studio innovativo che mette in relazione geologia, archeologia e sviluppo delle civiltà antiche. Al centro dell’attenzione, la valle dello Swat, nel nord del Pakistan, e la nascita della civiltà di Gandhara, emersa oltre 3000 anni fa.
Secondo Rodolfo Carosi, presidente della Società Geologica Italiana, lo studio mostra come le condizioni ambientali abbiano influenzato profondamente lo sviluppo sociale, agricolo e culturale della regione. Un’ipotesi affascinante che apre nuove prospettive di ricerca sull’interazione tra ambiente naturale e società umane.
Una valle unica tra cultura greco-buddista e paesaggi fertili
La civiltà di Gandhara è nota per la sua straordinaria produzione artistica e culturale, frutto dell’incontro tra l’eredità ellenica portata da Alessandro Magno e la tradizione buddista diffusa da monaci orientali. I resti archeologici, emersi grazie a decenni di scavi condotti dalla Missione Archeologica Italiana (IsMEO/Università Ca’ Foscari Venezia), raccontano di città, templi e sculture che testimoniano una cultura raffinata e multicentrica.
Maria Giuditta Fellin, del Dipartimento di Scienze della Terra di Zurigo, sottolinea come le valli laterali dello Swat, a differenza del fondovalle principale soggetto a inondazioni, offrissero un ambiente ideale per l’insediamento umano. Qui, i versanti dolci e i terrazzi fluviali con suoli fertili hanno creato le condizioni favorevoli per l’agricoltura e la nascita delle prime comunità stabili.
Geologia e clima
Lo studio ha evidenziato che la configurazione del paesaggio è plasmata da un’alternanza di fasi aride e umide. Durante il Pleistocene e l’inizio dell’Olocene, i sedimenti eolici accumulatisi nei fondovalle sono stati poi rimodellati da fiumi più ricchi d’acqua, in un periodo più umido iniziato circa 3200–3400 anni fa. Questo cambiamento ha portato alla formazione di terrazzi fertili e facilmente coltivabili, proprio nel periodo in cui iniziarono a formarsi i primi insediamenti umani.
Intorno a 2600 anni fa, un’alluvione importante ha seppellito i primi manufatti, generando un nuovo terrazzo sul quale si sarebbe poi sviluppata una delle principali città della regione.
Il ruolo del paesaggio nella nascita di una civiltà complessa
Claudio Faccenna, professore all’Università di Roma Tre, conclude che l’integrazione di dati geologici e archeologici mostra un quadro coerente: le condizioni del paesaggio e le variazioni climatiche hanno contribuito in modo decisivo alla nascita di comunità agricole produttive e, successivamente, di una società articolata e culturalmente ricca.
Questa prospettiva offre un nuovo modo di leggere l’evoluzione delle civiltà antiche, mettendo in luce l’importanza dell’ambiente naturale nel determinare non solo la sopravvivenza, ma anche la fioritura artistica e culturale delle società del passato.
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