Le bollette del gas in Italia sono tra le più care d’Europa: i dati Eurostat
L’Italia continua a pagare il gas a caro prezzo. Secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat, nel primo semestre del 2025 le famiglie italiane hanno sostenuto una spesa media di 0,088 euro per kilowattora, la quarta più alta in tutta l’Unione europea. Davanti all’Italia si collocano soltanto Svezia, Irlanda e Francia, rispettivamente con tariffe di 0,137, 0,097 e 0,092 euro al kilowattora.
Si tratta di prezzi calcolati al netto di tasse e accise, quindi relativi al solo costo della materia prima, ma sufficienti a fotografare una situazione di persistente caro-bollette che continua a pesare sulle famiglie italiane.
Bolletta del gas italiana tra le più pesanti, anche con le tasse
Se si considerano anche tasse e accise, la situazione non migliora. Eurostat indica che nel primo semestre 2025 una famiglia italiana paga in media 12,40 euro ogni 100 kilowattora di gas, contro una media europea di 11,43 euro.
Quasi un terzo della spesa, circa il 33 per cento, è dovuto a imposte e balzelli fiscali, che rendono la bolletta italiana una delle più elevate del continente.
Prezzi in calo in Europa, ma l’Italia resta sopra la media
A livello europeo, Eurostat rileva un calo medio dei prezzi del gas dell’8,1 per cento rispetto al semestre precedente. Nella seconda metà del 2024, infatti, il costo medio era di 12,44 euro ogni 100 kilowattora, sceso poi a 11,43 nei primi sei mesi del 2025.
Secondo l’istituto europeo di statistica, questo calo è dovuto al ritorno delle normali fluttuazioni stagionali dei prezzi, un andamento tipico del periodo precedente alla crisi energetica del 2022.
Nonostante questa tendenza al ribasso, l’Italia resta tra i Paesi con il gas più costoso, un dato che pone nuove sfide politiche al governo Meloni, chiamato a gestire una situazione energetica ancora delicata.
Più tasse e meno sussidi nel prezzo finale del gas
Eurostat segnala anche un leggero aumento del peso fiscale sui prezzi finali del gas. La quota di tasse e imposte nell’Unione europea è salita dal 30 al 31,1 per cento tra la seconda metà del 2024 e la prima del 2025.
Questo incremento riflette una progressiva riduzione dei sussidi e delle agevolazioni fiscali introdotte durante la crisi energetica. Secondo Bruxelles, tali misure resteranno comunque attive, in forma ridotta, fino al 2026.
Il caro-gas come nodo politico ed economico
Il mantenimento di bollette elevate rappresenta un problema non solo per le famiglie ma anche per la competitività delle imprese. Il governo italiano, pur potendo rivendicare un miglioramento complessivo della tendenza europea, si trova a dover affrontare un quadro in cui il costo dell’energia continua a incidere pesantemente sul bilancio domestico e industriale. Ridurre il peso delle tasse sull’energia e accelerare la transizione verso fonti rinnovabili restano due priorità centrali per contenere l’impatto del caro-gas nei prossimi anni.
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