Ghiacciai in ritirata: il paesaggio dell’Alto Adige cambia volto
Il ghiacciaio Solda, parte del gruppo Ortles-Cevedale nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, ha subito un arretramento di 26 metri rispetto al 2024. Si tratta di una tappa significativa della Carovana dei Ghiacciai di Legambiente, che ha documentato sul campo le condizioni critiche di uno dei ghiacciai più colpiti in Alto Adige. L’arretramento, in linea con una media decennale di 20 metri l’anno, sta profondamente trasformando il paesaggio circostante.
Un paesaggio in continua trasformazione
Il ghiacciaio appare oggi sempre più coperto da detriti, un misto di fango e roccia che lo rende scuro e irriconoscibile rispetto al passato. Intorno si moltiplicano i segni del cambiamento: laghetti glaciali in formazione, colate detritiche, lembi di ghiaccio morto, e perfino nuovi ecosistemi che colonizzano aree un tempo coperte dal ghiaccio. Dove prima c’era solo bianco, oggi compaiono tratti di bosco e nuovi habitat che modificano il volto della montagna.
Dati allarmanti sullo stato dei ghiacciai
Secondo i dati dell’Ufficio Idrologia e Dighe della Provincia Autonoma di Bolzano, tra il 1997 e il 2023 la superficie dei ghiacciai si è quasi dimezzata, passando da 122,2 km² a 72,2 km². Anche il numero complessivo dei ghiacciai è calato: da 234 nel 1997 a 203 nel 2023. In parallelo si è registrato un aumento delle placche glaciali, da 325 a 729, segno evidente della frammentazione in atto.
I rischi legati alla deglaciazione
Durante la tappa della Carovana dei Ghiacciai, sono stati osservati diversi fenomeni geomorfologici connessi allo scioglimento accelerato del ghiaccio. In particolare, preoccupa l’instabilità della morena laterale destra, causata dalla fusione di ghiaccio inglobato nei detriti glaciali. Le colate e i crolli aumentano la copertura detritica nella zona soprastante la fronte del ghiacciaio, innescando una dinamica pericolosa per l’ambiente e per le attività umane in quota.
Un appello per una fruizione turistica più sostenibile
Gli esperti di Legambiente e del Servizio Glaciologico del CAI Alto Adige lanciano un appello per ripensare il modello turistico della montagna. Di fronte a un cambiamento così rapido del paesaggio, è necessario un approccio più sostenibile e attento ai bisogni delle comunità locali. Il turismo del futuro dovrà basarsi su un nuovo equilibrio tra natura e presenza umana, capace di garantire qualità della vita e conservazione del patrimonio alpino.
Riflessione collettiva
Il tema è approfondito anche nel convegno “Clima e ghiacciai. Le variazioni del paesaggio glaciale in Alto Adige”, organizzato presso la sede del CAI Alto Adige con il patrocinio del Servizio Glaciologico regionale. In occasione dell’evento è stato presentato anche il libro “I ghiacciai dell’Alto Adige”, una pubblicazione che raccoglie dati, osservazioni e riflessioni sul futuro delle terre alte.
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