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Giornata mondiale dell’elefante 2025: il futuro è nelle mani delle “Matriarche”

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Giornata mondiale dell’elefante 2025: il futuro è nelle mani delle “Matriarche”

Oggi, 12 agosto, si celebra la Giornata mondiale dell’elefante 2025, dedicata quest’anno a “Matriarche e Memorie”, per sottolineare il ruolo delle femmine adulte nel guidare i branchi e custodirne la memoria storica. Queste leader naturali prendono decisioni vitali per la sopravvivenza del gruppo: dalla scelta delle rotte per trovare acqua e cibo alle strategie per sfuggire ai predatori.


Un patrimonio naturale in pericolo

Gli elefanti sono specie chiave degli ecosistemi, ma stanno affrontando un rapido declino:

  • In Asia restano appena 8.000–11.000 elefanti in natura, distribuiti in otto Paesi del Sud-Est asiatico e in Cina, confinati nel 5% del loro areale storico.
  • In Africa, la popolazione è crollata da 12 milioni a 415.000 esemplari in un secolo: persi oltre 9 elefanti su 10.

Le principali minacce sono bracconaggio, commercio illegale di avorio, perdita e frammentazione degli habitat e conflitti con le comunità locali.


Il ruolo dell’elefante negli ecosistemi

Conosciuti come “ingegneri dell’ecosistema” e “giardinieri della foresta”, gli elefanti:

  • diffondono semi e nutrienti attraverso gli escrementi;
  • creano corridoi nella vegetazione densa;
  • modellano gli habitat a beneficio di altre specie;
  • persino le loro impronte diventano microhabitat per anfibi e insetti.

Coesistenza: le buone pratiche dal mondo

Il WWF evidenzia modelli positivi:

  • India: 25.000–30.000 elefanti, conservati grazie a politiche solide, compensazioni per danni e una profonda affinità culturale.
  • Thailandia: gestione delle aree condivise con sistemi di risarcimento, monitoraggio comunitario e potenziamento delle autorità locali.
  • Malesia: uso sperimentale di suoni minacciosi (ruggito di tigre e ronzio di api) per scoraggiare gli elefanti dall’avvicinarsi ai campi.

L’impegno del WWF

Da oltre 30 anni il WWF lavora per proteggere gli elefanti in Africa e Asia con azioni come:

  • programmi anti-bracconaggio;
  • riduzione del commercio di avorio (collaborazione con TRAFFIC);
  • progetti di sviluppo sostenibile per le comunità locali;
  • educazione ambientale e assistenza sanitaria;
  • monitoraggio e ricerca con fototrappole, analisi genetiche e tagging.

Il progetto “Una foresta per gli elefanti”, attivo nel Tridom (Gabon, Camerun, Repubblica del Congo), punta a migliorare la convivenza uomo-elefante con l’approccio SAFE, basato su cinque pilastri: sicurezza per persone e fauna, protezione delle proprietà e degli habitat, monitoraggio efficace.


Perché agire ora

Ogni anno circa 20.000 elefanti africani vengono uccisi per l’avorio. Senza un intervento immediato, la perdita di questa specie porterà a un impoverimento irreversibile degli ecosistemi e delle culture che da millenni vivono in simbiosi con questi giganti.

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