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Energia solare: a giugno è la prima fonte elettrica in Europa

pannelli solari

Energia solare: a giugno è la prima fonte elettrica in Europa

A giugno l’Europa ha raggiunto una tappa storica nella transizione energetica: per la prima volta, l’energia solare ha prodotto più elettricità di qualsiasi altra fonte nel mix energetico dell’Unione Europea. Secondo i dati pubblicati dal think tank Ember, il fotovoltaico ha coperto il 22,1% della domanda elettrica del continente, superando di poco il nucleare e lasciando indietro le fonti fossili, segnando un importante passo avanti nella decarbonizzazione.

Condizioni ideali e impianti in crescita

A contribuire a questo risultato è stato un insieme di fattori. L’inizio dell’estate è stato caratterizzato da ondate di calore che hanno spinto la domanda di energia, ma anche da un meteo particolarmente soleggiato in molte aree del continente. In parallelo, l’Europa ha continuato a espandere la propria capacità solare con nuovi impianti e investimenti, dimostrando che la crescita non è solo il risultato di condizioni climatiche favorevoli, ma anche di una strategia infrastrutturale coerente.

Tredici Paesi battono i propri record solari

Almeno tredici Paesi dell’UE hanno registrato la loro quota mensile più alta di produzione elettrica da solare. Tra questi, spiccano i Paesi Bassi e la Grecia, rispettivamente con il 40,5% e il 35,1% di elettricità generata da pannelli fotovoltaici. Anche Belgio, Francia, Italia, Croazia e Portogallo hanno superato i precedenti massimi, confermando un trend generalizzato di crescita in tutta Europa.

Il crollo del carbone

Questo exploit del solare ha avuto un impatto diretto sulla produzione da fonti più inquinanti. La dipendenza dell’UE dal carbone è crollata ai minimi storici: solo il 6,1% dell’elettricità europea è prodotta da impianti a carbone, rispetto all’8,8% dello stesso mese dell’anno precedente. Germania e Polonia, i due Paesi storicamente più dipendenti dal carbone, hanno entrambi segnato nuovi minimi, con Berlino al 12,4% e Varsavia ancora più alta ma in calo. In dieci Stati membri, tra cui l’Irlanda – che ha chiuso il suo ultimo impianto a carbone il 20 giugno – il carbone è stato completamente escluso dal mix elettrico.

Rivoluzione solare

L’aumento della quota di energie rinnovabili, in particolare del solare, è favorito anche dal forte sostegno dell’opinione pubblica. Secondo i dati della Commissione europea, quasi nove cittadini europei su dieci supportano l’espansione delle fonti rinnovabili, un dato che riflette non solo sensibilità ambientale, ma anche vantaggi economici tangibili. In molti Paesi, l’installazione di pannelli solari sui tetti domestici sta permettendo alle famiglie di abbattere le bollette e rendersi più autonome dai mercati dei combustibili fossili.

Comunità energetiche

A convincere i cittadini sono anche i progetti energetici locali e comunitari, che offrono non solo benefici ambientali ma anche economici diretti, come sconti, posti di lavoro o proprietà condivisa. Quando le comunità vengono coinvolte fin dalle prime fasi dei progetti e possono condividere i guadagni, l’accettazione e il successo delle iniziative aumentano notevolmente.

L’energia solare accelera

Secondo gli analisti, la pietra miliare raggiunta a giugno 2025 rappresenta solo un anticipo del potenziale futuro. Ember sottolinea che il successo del fotovoltaico non dipende solo dal meteo, ma anche dalla continua costruzione di nuovi impianti. Dal 2008, quando il solare rappresentava appena l’1% della produzione rinnovabile europea, si è arrivati al 20,5% nel 2023, con una progressione costante che sta trasformando il panorama energetico del continente.

Le prospettive per il futuro sono ancora più ambiziose. Secondo uno studio del Global Energy Monitor, oltre 1,2 milioni di ettari di ex miniere di carbone in Europa potrebbero essere riconvertiti in parchi solari. Una superficie che, se sfruttata pienamente, potrebbe generare elettricità sufficiente ad alimentare un intero Paese delle dimensioni della Germania.

Il ruolo dell’eolico

Accanto al solare, anche l’energia eolica continua a crescere: nei mesi di maggio e giugno 2025 ha rappresentato quasi il 16% del mix elettrico europeo, raggiungendo i suoi massimi storici per questo periodo. Tuttavia, nonostante questi successi, i combustibili fossili coprono ancora circa un quarto della produzione elettrica dell’UE. È un dato in netto calo rispetto al passato, ma che evidenzia la necessità di accelerare ulteriormente sulla strada della transizione.

Accumulo e reti intelligenti

Gli esperti sottolineano che per mantenere e superare i traguardi raggiunti sarà essenziale investire in sistemi di accumulo energetico, reti intelligenti e strategie più sofisticate di gestione della domanda. Le rinnovabili a basso costo, infatti, stanno già aiutando il sistema europeo a ridurre la volatilità dei prezzi, ma la prossima grande sfida sarà quella di estendere il loro utilizzo anche nelle ore mattutine e serali, dove oggi dominano ancora le fonti fossili.

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