Glifosato: effetti su biomarker e tumori, cosa dicono gli studi
Uno studio decennale dell’Istituto Ramazzini, guidato da Fiorella Belpoggi, membro del comitato scientifico ISDE (Medici ambientali), ha rivelato che l’esposizione prenatale e post-natale al glifosato, anche a dosi ritenute sicure, causa significativi effetti su biomarker di sviluppo e un aumento di tumori nei ratti.
1. Interferenza sui biomarker e sviluppo
L’analisi sui roditori ha evidenziato alterazioni nei biomarker collegati al normale sviluppo sessuale e alla flora intestinale — in particolare:
- Effetti androgenici nelle femmine
- Disbiosi intestinale associata a infiammazione cronica.
2. Aumento di tumori benigni e maligni
Nella coorte di 1.000 ratti studiata, tutte le dosi di glifosato — incluse quelle corrispondenti alla dose giornaliera accettabile (ADI) UE — hanno mostrato:
- Incremento statistico significativo di tumori, tra cui leucemie, tumori al sistema nervoso, tiroide, pelle, fegato e pancreas endocrine.
- In particolare, le leucemie infantili hanno raggiunto un’incidenza del 40%, contro meno dell’1% nei gruppi di controllo.
Contesto e reazioni scientifiche
- L’IARC (OMS) aveva già classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per l’uomo” nel 2015.
- Lo studio Ramazzini, pubblicato a giugno 2025 su Environmental Health, è uno dei più ampi ed evidenzia effetti cancerogeni persino a dosi regolatorie.
- Organismi come Slow Food ne chiedono il bando immediato in Italia.
- ISDE e Ramazzini sollecitano Bruxelles a rivedere le autorizzazioni e a introdurre precauzioni culturali e legislative.
Implicazioni per la salute umana e politiche pubbliche
- Esposizione prenatale: effetti in utero su biomarker di sviluppo e sistema immunitario suggeriscono potenziali rischi nei bambini.
- Cancerogenicità a dosi regolari: i tumori riscontrati a livelli pari all’ADI avvalorano il principio di precauzione.
- Disbiosi intestinale: lo studio su microbioma rivela cambiamenti proinfiammatori, potenzialmente collegati a malattie croniche.
- Richieste concrete:
- Revisione delle autorizzazioni UE per i pesticidi a base di glifosato
- Limitazioni nell’uso, in particolare durante la gravidanza
- Promozione di alternative sostenibili all’agricoltura chimica
Il glifosato non è “il diavolo dei pesticidi”, ma gli studi recenti dimostrano con chiarezza effetti avversi su biomarker vitali e un significativo aumento di tumori anche a dosi considerate “sicure”. Le evidenze scientifiche, confermate da realtà come l’IARC e istituti di ricerca indipendenti, impongono una rivalutazione urgente delle politiche agricole europee e italiane.
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