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80 anni fa l’orrore atomico: Hiroshima e il calvario dei sopravvissuti

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80 anni fa l’orrore atomico: Hiroshima e il calvario dei sopravvissuti

Alle 8:15 di martedì 6 agosto 1945 la vita a Hiroshima scorreva nella sua normalità. Poi, un lampo accecante, più brillante del sole, squarciò il cielo. Fu l’esplosione della bomba “Little Boy”.

Gli effetti immediati sulla popolazione furono a dir poco apocalittici:

  • Calore istantaneo: Nel raggio di 1,2 chilometri dall’ipocentro, la temperatura raggiunse i 3.000-4.000 °C. Le persone che si trovavano a quella distanza furono vaporizzate all’istante, lasciando solo le loro ombre impresse per sempre sui muri e sul cemento.
  • Onda d’urto: A meno di un minuto dal lampo, un’onda di pressione devastante, più forte di qualsiasi vento, rase al suolo la città. Le case di legno e cartone, la maggior parte delle costruzioni dell’epoca, crollarono come castelli di carte.
  • Incendi e distruzione: L’onda d’urto fu seguita da una tempesta di fuoco che divorò ciò che era rimasto. Le fiamme si espansero a macchia d’olio, intrappolando chi era sopravvissuto alla deflagrazione iniziale.

Le conseguenze nascoste: il calvario dei sopravvissuti (Hibakusha)

Se l’esplosione e il calore furono i primi carnefici, un nemico invisibile e molto più subdolo continuò a mietere vittime per anni, se non decenni: le radiazioni.

I sopravvissuti, noti in Giappone come hibakusha (“persone colpite dall’esplosione”), dovettero affrontare un calvario fisico e psicologico senza precedenti:

  • Malattie acute: I primi sintomi dell’esposizione acuta alle radiazioni furono nausea, vomito, perdita dei capelli, diarrea emorragica e febbre alta. Molti morirono entro poche settimane, ignari della causa del loro male.
  • Malattie a lungo termine: Chi riuscì a sopravvivere all’impatto iniziale e alle malattie acute, visse per il resto della vita con la minaccia di patologie incurabili. L’incidenza di leucemia, tumori al polmone, alla tiroide e al seno aumentò esponenzialmente tra gli hibakusha, spesso a causa di mutazioni genetiche indotte dalle radiazioni.
  • Problemi genetici: La paura si estese alle generazioni successive. Molti hibakusha temevano di avere figli con malformazioni, e la ricerca medica ha effettivamente documentato un’incidenza più alta di malformazioni e problemi genetici nelle loro discendenze.

Il peso del pregiudizio e il monito per il futuro

Oltre alle sofferenze fisiche, gli hibakusha furono costretti a portare un pesante fardello sociale. A causa della scarsa conoscenza degli effetti delle radiazioni, venivano spesso emarginati, temuti o considerati malati contagiosi. Molti non riuscivano a trovare lavoro o a sposarsi, a causa del pregiudizio e della paura dei potenziali effetti sulla prole.

Eppure, proprio da questo dramma è emerso un messaggio di speranza e un monito potente. Le testimonianze dei sopravvissuti non sono solo un racconto del dolore, ma un’incessante richiesta di pace e disarmo nucleare. A 80 anni di distanza, le loro storie, raccolte in musei e memoriali, risuonano ancora oggi, ricordando al mondo la fragilità della vita e il costo immenso della guerra.

L’eredità di Hiroshima non è solo un monito storico, ma una lezione per il futuro. Le voci degli hibakusha continuano a ricordarci che l’orrore nucleare non finisce con l’esplosione, ma si insinua nella vita delle persone per sempre.

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