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Chip per l’IA: +357% di emissioni in un anno. L’allarme di Greenpeace

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Chip per l’IA: +357% di emissioni in un anno. L’allarme di Greenpeace

Mentre il mercato dell’intelligenza artificiale esplode, trainato da giganti come Nvidia e AMD, il suo impatto ambientale resta in larga parte sottovalutato. Un nuovo report di Greenpeace evidenzia dati allarmanti: tra il 2023 e il 2024, le emissioni di gas serra legate alla produzione di chip per IA sono aumentate del 357%, e il consumo di elettricità del 351%. La produzione si concentra in Asia orientale, dove l’energia è ancora fortemente dipendente da fonti fossili. Greenpeace chiede una svolta urgente: l’intera filiera deve diventare 100% rinnovabile entro il 2030.



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Emissioni in crescita esponenziale

Il rapporto di Greenpeace, primo nel suo genere, mette nero su bianco l’impronta ecologica dei semiconduttori specializzati per l’IA. Solo in un anno, la produzione di questi chip ha generato un’impennata di emissioni climalteranti e consumi energetici. L’analisi si basa su dati aggiornati provenienti dai principali hub produttivi globali, con un focus sull’Asia orientale.

Asia orientale e combustibili fossili

Il centro della produzione globale di semiconduttori si trova in paesi come Taiwan, Corea del Sud e Giappone, dove oltre il 60% dell’energia proviene ancora da combustibili fossili. A Taiwan, la percentuale arriva all’83,1%. Il crescente fabbisogno energetico sta spingendo questi Paesi a investire in nuove centrali a gas naturale liquefatto (GNL), come nel caso della centrale da 1 GW per SK Hynix o dei 3 GW previsti per Samsung.

Data center sotto accusa

Secondo Greenpeace, l’attenzione mediatica è rivolta principalmente ai data center IA, noti per il loro elevato consumo di elettricità. Tuttavia, la fase di produzione hardware ha un impatto ambientale ancor più significativo. La fabbricazione dei chip richiede enormi quantità di energia, soprattutto in regioni con scarsa adozione di fonti rinnovabili.

Filiera IA rinnovabile entro il 2030

L’organizzazione ambientalista chiede a Nvidia, AMD e ad altri leader del settore di impegnarsi a rendere le loro catene di approvvigionamento completamente rinnovabili entro il 2030. Tra le soluzioni proposte: investimenti diretti in energia solare ed eolica, accordi di acquisto di energia (PPA) e una maggiore influenza sulle policy energetiche locali.

Impatti sulla salute

Oltre al danno climatico, l’inquinamento generato da queste emissioni è collegato a malattie respiratorie e cardiovascolari. Greenpeace sottolinea che i colli di bottiglia nella transizione energetica possono essere superati solo con una forte responsabilità da parte delle aziende del settore IA, oggi tra le più redditizie del mondo.

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