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Fumo da incendi: rischio di 71 mila morti all’anno entro il 2050

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Fumo da incendi: rischio di 71 mila morti all’anno entro il 2050

In Italia gli incendi boschivi sono un fenomeno ricorrente, ma negli ultimi anni, a causa del cambiamento climatico, la loro frequenza e gravità sono aumentate soprattutto nelle stagioni calde. Anche in autunno il problema persiste, ma è durante l’estate che si registrano le conseguenze più gravi, come fumo denso e pessima qualità dell’aria, che impattano sulla salute respiratoria e cardiovascolare delle persone più vulnerabili.

Uno studio statunitense avverte su rischi crescenti

Uno studio pubblicato nel 2025 su Nature, intitolato “Wildfire smoke exposure and mortality burden in the US under climate change”, collega il clima agli incendi boschivi e agli effetti nocivi del fumo, in particolare del particolato fine PM₂.₅, sulla mortalità. Utilizzando modelli statistici e dati sui decessi negli USA, lo studio prevede che, in uno scenario di riscaldamento elevato, il fumo da incendi possa causare oltre 71 mila morti in eccesso all’anno entro il 2050, con un aumento del 73% rispetto al decennio 2011-2020.

Impatti sanitari e costi economici

Lo studio evidenzia come gli effetti negativi sulla salute possano perdurare fino a tre anni dopo l’esposizione acuta al fumo da incendio. Inoltre, i costi sociali e sanitari legati alle morti da particolato da incendio potrebbero superare quelli provocati da altre conseguenze climatiche come ondate di calore e perdite agricole.

Situazione e prospettive per l’Italia

Anche in Italia, alcune regioni, specialmente interne, montane o costiere, stanno già affrontando estati con elevata concentrazione di fumo e superamento dei limiti di PM₂.₅, con un aumento delle ospedalizzazioni per asma, BPCO e malattie cardiache. Se le attuali tendenze climatiche continueranno, il numero di giorni con aria inquinata potrebbe aumentare, causando effetti a lungo termine sulla salute, come evidenziato nello studio statunitense.

Strategie di mitigazione

Nonostante le previsioni preoccupanti, è possibile intervenire efficacemente. Tra le misure consigliate ci sono la gestione migliorata del territorio con riduzione del combustibile vegetale, pratiche di prevenzione degli incendi, sistemi di allerta sanitaria potenziati e protezione delle popolazioni più vulnerabili. Fondamentale anche attuare politiche di riduzione delle emissioni globali per rallentare il cambiamento climatico e limitare così l’aggravarsi del problema.

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