Incendi boschivi: in Italia oltre 1600 roghi in meno di nove mesi
Tra il 1° gennaio e il 15 settembre 2025, il sistema europeo di monitoraggio EFFIS ha rilevato circa 1600 grandi incendi boschivi in Italia, per una superficie totale bruciata di quasi 890 chilometri quadrati. Un dato che rende il 2025 una delle stagioni più critiche per il nostro Paese, al pari del 2023, con gravi conseguenze per il patrimonio naturale.
Ecosistemi forestali in sofferenza: i dati ISPRA
Secondo le stime dell’ISPRA, circa 115 km² della superficie totale bruciata (il 13%) riguarda ecosistemi forestali, tra cui:
54 km² di macchia mediterranea, boschi di leccio e sughera
33 km² di boschi di querce
23 km² di foreste di conifere
5 km² di aree boschive non classificate
La distruzione di questi ecosistemi comporta una grave perdita di biodiversità, danneggia il suolo e compromette i servizi ecosistemici fondamentali.
Sicilia, Calabria, Puglia e Campania le regioni più colpite
Al 15 settembre 2025, 16 regioni italiane risultano colpite dagli incendi boschivi, ma il fenomeno si concentra soprattutto nel Sud Italia. Insieme, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania rappresentano l’85% delle aree bruciate a livello nazionale:
Sicilia: 480 km² totali, di cui 37 km² forestali
Calabria: 143 km² totali, di cui 26 km² forestali
Puglia: 81 km² totali, di cui 10 km² forestali
Campania: 58 km² totali, di cui 18 km² forestali
Particolarmente allarmante è la situazione in Sicilia, dove si concentra oltre la metà della superficie nazionale bruciata.
Province più colpite: Agrigento e Cosenza
Nel 2025, la provincia di Agrigento risulta la più colpita in termini assoluti, con 171 km² di territorio bruciato, pari al 19% del totale nazionale.
Dal punto di vista della perdita di ecosistemi forestali, la provincia più danneggiata è Cosenza, con 13 km² di foreste distrutte dalle fiamme.
Incendi anche nelle aree protette
Un dato particolarmente preoccupante riguarda le aree protette. Il 39% degli ecosistemi forestali colpiti dagli incendi ricade all’interno di siti protetti, in gran parte inclusi nella Rete Natura 2000, la principale infrastruttura verde dell’Unione Europea.
La perdita di habitat all’interno di queste zone rappresenta una minaccia diretta per la biodiversità e compromette gli obiettivi di conservazione a lungo termine.
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