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Allarme di Copernicus: Il fumo degli incendi in Canada raggiunge l’Europa

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Allarme di Copernicus: Il fumo degli incendi in Canada raggiunge l’Europa

Il mese di maggio ha segnato un inizio particolarmente violento per la stagione degli incendi nelle foreste boreali del Canada. Le province di Manitoba e Saskatchewan sono tra le più colpite, con un numero crescente di roghi e un’intensità fuori scala rispetto agli anni precedenti. Secondo i dati del Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (CAMS), il fumo sprigionato da questi incendi ha già iniziato a viaggiare oltre oceano, con implicazioni ambientali su scala globale.



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Fumo transcontinentale: il Canada brucia, l’Europa respira

Il fenomeno non è solo locale: il fumo ha attraversato l’Atlantico e ha raggiunto l’Europa in più ondate. Un primo pennacchio ha toccato il Mediterraneo orientale tra il 18 e il 19 maggio, lambendo la Grecia. Il 1° giugno un secondo e più vasto trasporto ha interessato l’Europa nord-occidentale. E secondo le simulazioni CAMS, altri episodi sono attesi nei prossimi giorni.

Nonostante l’altitudine del fumo riduca l’impatto diretto sulla qualità dell’aria al suolo, gli effetti sono già visibili: cieli più lattiginosi e tramonti intensamente colorati sono segnali tangibili della presenza di particolato atmosferico.

Qualità dell’aria in Europa

Il CAMS rassicura che, per ora, l’impatto diretto sulla salute umana è contenuto. Il fumo viaggia prevalentemente in alta quota, il che riduce l’esposizione a livelli pericolosi di inquinanti nelle aree popolate. Tuttavia, questi episodi rappresentano un campanello d’allarme sulla portata globale degli incendi boschivi.

«Il fatto che possiamo osservare il fumo in Europa riflette la gravità degli incendi in Canada», spiega Mark Parrington, esperto CAMS. Gli incendi boreali, seppur stagionali, stanno raggiungendo livelli sempre più critici in termini di emissioni di carbonio e durata.

Russia e Asia orientale: altri focolai sotto osservazione

Oltre al Nord America, anche la Russia sta affrontando un’ondata di incendi significativi. Dal mese di aprile, roghi di grandi dimensioni hanno colpito l’Estremo Oriente russo, con emissioni di carbonio pari a 35 megatonnellate – il livello più alto per questo periodo dal 2018.

Il fumo di questi incendi è stato trasportato verso Cina nord-orientale, Giappone e Artico, mostrando quanto gli effetti di tali eventi non conoscano confini. Il riscaldamento globale, l’aumento della siccità e la maggiore infiammabilità dei territori sono tra i fattori chiave che amplificano la frequenza e l’intensità di questi disastri naturali.

Incendi e cambiamento climatico: una minaccia globale

Questi episodi confermano la stretta relazione tra crisi climatica e incendi boschivi. Non si tratta più di eventi isolati, ma di fenomeni che impattano l’atmosfera, la salute pubblica e gli equilibri ecologici su scala planetaria.

Il monitoraggio del CAMS si rivela essenziale per comprendere l’evoluzione di questi fenomeni e predisporre misure preventive e di adattamento. Ma il messaggio è chiaro: il cambiamento climatico sta già modificando il comportamento degli incendi e le loro conseguenze sono sempre più visibili, ovunque.

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