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Incendi nel Mediterraneo: il cambiamento climatico li ha resi più intensi del 22%

Coldiretti e Federforeste hanno diffuso un vademecum per prevenire gli incendi estivi

Incendi nel Mediterraneo: il cambiamento climatico li ha resi più intensi del 22%

Secondo una nuova analisi del World Weather Attribution (Wwa), le condizioni meteorologiche estreme che hanno alimentato gli incendi in Turchia, Grecia e Cipro nel 2025 sono state rese più gravi dal cambiamento climatico. L’aumento delle temperature, la siccità e i forti venti hanno reso questi eventi più intensi del 22 per cento rispetto a un clima non influenzato dalle attività umane.

Anno record per gli incendi in Europa

Il 2025 si è già rivelato l’anno peggiore mai registrato per gli incendi boschivi in Europa. Secondo il Sistema europeo di informazione sugli incendi (Effis), al 26 agosto sono andati distrutti oltre un milione di ettari di terreno, un’area superiore a quella dell’intera isola di Cipro. Questo dato supera ogni altro anno documentato.

Le cause climatiche

Le precipitazioni invernali nella regione mediterranea sono diminuite del 14 per cento rispetto all’epoca preindustriale, rendendo le estati più secche e favorendo la combustione della vegetazione. Oggi, periodi di una settimana con condizioni altamente evaporative sono 13 volte più probabili e il 18 per cento più intensi rispetto al passato.

La combinazione di ondate di calore, siccità e venti ha reso più frequenti eventi che un tempo si verificavano solo una volta ogni 100 anni. Ora accadono in media ogni 20 anni.

Le conseguenze umane e ambientali

Nei mesi di giugno e luglio, centinaia di incendi hanno colpito il Mediterraneo orientale. La Turchia ha registrato il bilancio più grave, con 17 morti, tra cui diversi vigili del fuoco. In Cipro e Grecia si contano altre tre vittime. Complessivamente, oltre 80.000 persone sono state evacuate.

L’intensificazione dei venti etesiani, tipici della regione, ha accelerato la propagazione delle fiamme, rendendo difficoltose le operazioni di contenimento.

Pressione crescente sulle risorse antincendio

Con centinaia di incendi attivi contemporaneamente in Europa, le risorse per il contenimento sono al limite. Il Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea è stato attivato 17 volte nel solo 2025, con interventi in Grecia, Spagna, Bulgaria, Montenegro e Albania.

Spagna e Portogallo risultano i Paesi più colpiti, con circa due terzi della superficie totale bruciata. Una prolungata ondata di caldo ha aggravato ulteriormente la situazione nella penisola iberica.

Uno scenario futuro preoccupante

Secondo le proiezioni, un riscaldamento globale di 2,6°C – come previsto dalle attuali politiche climatiche – renderebbe queste condizioni 9 volte più probabili e il 25 per cento più intense. Il rischio di eventi estremi come quelli osservati aumenterebbe significativamente.

Gli scienziati avvertono che, senza una rapida riduzione delle emissioni di combustibili fossili, gli incendi diventeranno sempre più difficili da contenere.

La necessità di strategie preventive

Attualmente, Turchia, Grecia e Cipro puntano principalmente su risorse per lo spegnimento, come flotte aeree e squadre di vigili del fuoco. Nel 2025, 650 pompieri da 14 Paesi europei sono stati pre-posizionati nelle aree a rischio, ma questo non è bastato a contenere l’emergenza.

Il Wwa e altri esperti sottolineano la necessità di investire in prevenzione: dalla gestione del combustibile vegetale alla sensibilizzazione delle comunità locali, fino a strategie di adattamento climatico a lungo termine.

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