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Incendi e rischio frane, Vesuvio sotto doppia minaccia. Il punto con i geologi della SGI

Vesuvio incendi

Incendi e rischio frane, Vesuvio sotto doppia minaccia. Il punto con i geologi della SGI

Gli incendi che nelle ultime settimane stanno devastando ampie aree del territorio italiano – e in particolare il Parco Nazionale del Vesuvio – non rappresentano solo una catastrofe ambientale immediata, con la perdita di piante, fauna selvatica e l’emissione di fumi e cenere.
C’è un pericolo più subdolo, che si manifesta nei mesi e negli anni successivi: l’aumento del rischio idrogeologico.

Carosi (presidente della Società Geologica Italiana): “Fuoco svolge un ruolo “preparatorio” per altri eventi estremi”.

Rodolfo Carosi, presidente della Società Geologica Italiana, avverte che il fuoco, pur non provocando direttamente frane o smottamenti, svolge un ruolo “preparatorio” per altri eventi estremi. La combustione della copertura vegetale lascia i versanti nudi e indeboliti, incapaci di trattenere il terreno. Nelle stagioni seguenti, in concomitanza con piogge intense, questo stato di fragilità può innescare o riattivare fenomeni di instabilità, con conseguenze gravi per la sicurezza delle comunità locali.

“È come se la cicatrice lasciata dal fuoco rendesse il territorio più vulnerabile, pronto a contrarre altre malattie prima di poter guarire”, spiega Carosi. Un rischio che cresce in un contesto di cambiamenti climatici, dove eventi meteorologici estremi – piogge torrenziali e localizzate – scaricano in poche ore la quantità d’acqua che normalmente cadrebbe in mesi.

Per il Vesuvio e le aree circostanti, già caratterizzate da una morfologia complessa e da un’elevata densità abitativa, questa combinazione di fattori significa convivere con una minaccia doppia: incendi estivi e frane invernali. Una ragione in più per rafforzare la prevenzione, la gestione forestale e il monitoraggio del territorio, evitando che la tragedia si ripeta stagione dopo stagione.

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