Urso e Pichetto con Francia e Germania: “Servono misure UE per tutelare le industrie energivore”
Italia, Francia e Germania hanno lanciato un appello congiunto alla Commissione europea per chiedere un intervento rapido e incisivo a favore delle industrie ad alta intensità energetica. In occasione del Consiglio Competitività tenutosi a Bruxelles, i ministri Adolfo Urso e Gilberto Pichetto hanno firmato un documento condiviso con i colleghi francesi e tedeschi, in vista dell’adozione, prevista per novembre, dell’Industrial Decarbonization Accelerator Act (IDAA).
Il documento ribadisce l’importanza di porre l’industria al centro della transizione ecologica, garantendo condizioni di competitività nel contesto globale.

IDAA: un pilastro per la politica industriale europea
L’IDAA viene indicato come lo strumento chiave per sostenere la decarbonizzazione senza compromettere la solidità produttiva. I tre Paesi chiedono misure concrete su vari fronti: abbattimento dei costi energetici, accesso facilitato ai capitali per investimenti verdi, regole comuni e protezione contro pratiche sleali di concorrenza internazionale.
Secondo il ministro Adolfo Urso, è fondamentale tutelare le imprese energivore, considerate un elemento strategico per la sovranità produttiva europea.
Accesso all’energia pulita e riduzione dei costi di rete
Le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, sottolineano la necessità di garantire l’accesso a fonti energetiche rinnovabili a condizioni vantaggiose. In particolare, si evidenzia l’importanza di intervenire sui costi di rete che ostacolano la competitività delle fonti pulite, con un impatto diretto sulla sostenibilità delle imprese italiane.
Investimenti e regole più semplici per la decarbonizzazione industriale
Nel documento si chiede alla Commissione di promuovere un quadro normativo stabile e attrattivo per i capitali privati e pubblici. Tra le proposte principali, vi è la semplificazione delle regole sugli aiuti di Stato e la revisione del principio DNSH (Do No Significant Harm), oggi percepito come un ostacolo burocratico, affinché diventi uno strumento efficace per favorire tecnologie a basse emissioni.
Creare una domanda stabile per materiali a basse emissioni
Italia, Francia e Germania propongono l’introduzione di criteri comuni per la misurazione delle emissioni lungo l’intera catena del valore. L’obiettivo è incentivare l’uso di materiali come acciaio e cemento a basse emissioni attraverso appalti pubblici e sistemi di etichettatura trasparenti. Le etichette volontarie sulla carbon footprint, già in fase di elaborazione presso la Commissione, dovrebbero diventare strumenti strategici per il mercato.
Infrastrutture e compensazioni per sostenere la competitività
Un altro aspetto centrale dell’appello riguarda la necessità di sviluppare infrastrutture strategiche per la decarbonizzazione. I tre governi sottolineano che il costo dell’energia in Europa è ancora troppo elevato rispetto a quello di altri grandi blocchi economici, penalizzando le imprese energivore. Servono quindi interventi strutturali per migliorare l’accesso alle fonti rinnovabili e ridurre gli oneri di rete.
Estensione delle compensazioni e protezione del mercato interno
Il documento propone di estendere oltre il 2030 la compensazione dei costi indiretti legati al carbonio, coinvolgendo nuovi settori industriali strategici come carta, vetro, ceramica, chimica e batterie. Si intende evitare distorsioni del mercato e garantire una concorrenza equa tra le imprese europee.
Difendere l’industria europea da dumping e sovracapacità globali
Infine, viene ribadita l’urgenza di contrastare le distorsioni causate dalla sovracapacità produttiva globale, soprattutto nel settore dell’acciaio. L’Italia propone la revisione del CBAM e l’introduzione, dal 2026, di uno strumento di salvaguardia per l’acciaio europeo, per contrastare il dumping ambientale e industriale e proteggere uno dei comparti più esposti alla concorrenza sleale.
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