L’innalzamento del livello del mare: una minaccia accelerata dal riscaldamento globale
Negli ultimi 2.000 anni, il livello globale dei mari è rimasto pressoché stabile. Tuttavia, nel corso del XX secolo, questa tendenza si è invertita: il livello del mare ha iniziato a salire e non si è più fermato, con un’accelerazione significativa negli ultimi decenni. Secondo l’analisi dei dati satellitari della NASA, l’aumento osservato lo scorso anno è stato sorprendentemente elevato, segnando un nuovo allarme per scienziati e comunità costiere.
Le cause principali: calore e ghiacci che si sciolgono
L’innalzamento del livello del mare è dovuto principalmente a due fattori legati al riscaldamento globale di origine antropica:
- Espansione termica degli oceani: Circa il 90% del calore in eccesso prodotto dalla combustione di combustibili fossili viene assorbito dagli oceani, facendo espandere l’acqua.
- Scioglimento delle calotte glaciali: Il riscaldamento atmosferico e oceanico accelera la fusione dei ghiacci in Groenlandia e Antartide, che insieme contengono abbastanza acqua dolce da innalzare il livello globale dei mari di circa 65 metri.
Storicamente, circa due terzi dell’aumento a lungo termine del livello del mare sono stati causati dallo scioglimento delle calotte glaciali. Tuttavia, nell’ultimo anno – il più caldo mai registrato – il riscaldamento oceanico ha superato la fusione dei ghiacci come principale fattore.
Quanto saliranno i mari?
Gli scienziati stimano che entro il 2050 il livello medio globale del mare salirà di circa 15 cm, con valori che potrebbero raggiungere 25-30 cm sulle coste degli Stati Uniti. Guardando oltre il 2050, le incertezze aumentano notevolmente: il mondo potrebbe vedere un aumento di quasi un metro entro il 2100, ma il raggiungimento di questa soglia potrebbe richiedere anche secoli145.
Un punto chiave di incertezza riguarda il comportamento delle calotte glaciali: non è chiaro se si scioglieranno lentamente o se raggiungeranno un punto di non ritorno che porterà a un collasso rapido. Studi su carote di ghiaccio e sedimenti mostrano che in passato si sono verificati scioglimenti improvvisi, ma i tempi e i meccanismi per i prossimi decenni sono ancora oggetto di studio145.
Le aree più vulnerabili
L’innalzamento del mare non è uniforme: varia in base a correnti regionali, erosione, subsidenza e attività umane come l’estrazione di risorse. Negli Stati Uniti, le coste stanno già registrando aumenti superiori alla media globale, in particolare la costa del Golfo, dove la subsidenza dovuta all’estrazione di petrolio, gas e acqua aggrava la situazione. In Louisiana, alcune zone sperimentano un innalzamento del livello del mare quasi quattro volte superiore alla media mondiale.
Al di fuori degli USA, le nazioni insulari del Pacifico – come Tuvalu, Kiribati e Fiji – sono tra le più minacciate. Anche con una drastica riduzione delle emissioni, queste isole vedranno almeno 15 cm di aumento nei prossimi 30 anni, mettendo a rischio la loro stessa esistenza.
Impatto sulle comunità costiere
Le conseguenze sono già visibili:
- Aumento delle inondazioni costiere: Anche in assenza di tempeste, le inondazioni durante l’alta marea sono ora due o tre volte più frequenti rispetto al 1990 lungo molte coste atlantiche e del Golfo degli Stati Uniti.
- Erosione e infiltrazione di acqua salata: Il mare che avanza erode le coste, danneggia infrastrutture e sistemi fognari e contamina le falde di acqua dolce.
- Migrazione forzata: In alcune regioni, interi villaggi sono già stati costretti a trasferirsi145.
Adattamento e prospettive future
Secondo gli esperti, l’umanità può ancora influenzare la velocità dell’innalzamento dei mari riducendo drasticamente le emissioni di gas serra. Tuttavia, molte comunità non sono preparate a gestire nemmeno pochi centimetri di aumento, e le incertezze sulle tempistiche rendono difficile pianificare strategie efficaci.
“Il vero disastro arriverà più avanti, quando chi ha causato il problema non sarà più presente,” avverte Dirk Notz, climatologo.
Il futuro delle coste dipenderà dalle scelte attuali in materia di politica climatica e dalla capacità di adattarsi a un fenomeno che, pur essendo lento su scala umana, è inarrestabile su quella geologica.
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