Innovazione italiana per salvare i coralli: nasce biopasta biodegradabile che accelera la loro crescita
Una biopasta ecocompatibile, completamente biodegradabile e capace di ancorare e accelerare la crescita dei coralli: è l’ultima innovazione sviluppata da un team di ricerca congiunto dell’Università di Milano-Bicocca, dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dell’Acquario di Genova. Lo studio, pubblicato sulla rivista Advanced Materials, rappresenta una svolta concreta nella lotta al declino delle barriere coralline, ecosistemi vitali per la biodiversità marina e la sopravvivenza di intere comunità costiere.
Materiale green per fissare i coralli
Il nuovo materiale, chiamato Active Biopaste, è una pasta a base di olio di soia modificato e grafene. Una volta indurita, forma un substrato solido e conduttivo su cui è possibile fissare frammenti di corallo in modo sicuro, sia in vivaio sia direttamente sulla barriera.
Ma la vera rivoluzione sta nella capacità della biopasta di attivare la Mineral Accretion Technology (MAT), un processo elettrochimico che stimola la formazione di carbonato di calcio, il materiale con cui i coralli costruiscono i propri scheletri. Grazie alle sue proprietà conduttive, la biopasta sostituisce le strutture metalliche permanenti finora usate per la MAT, eliminando il rischio di corrosione e inquinamento.
Ecotecnologie al servizio del mare
«Il nostro approccio riunisce due funzioni fondamentali in un solo materiale: fissaggio e stimolo alla crescita», spiega Gabriele Corigliano, primo autore dello studio. Un’innovazione che punta a garantire risultati rapidi ed efficaci nel rispetto dell’ambiente marino. Il progetto dimostra come la scienza dei materiali possa offrire soluzioni multifunzionali capaci di supportare la rigenerazione dei reef senza lasciare tracce dannose.
Il team ha anche sviluppato una seconda tecnologia complementare: un cerotto biodegradabile per curare i coralli malati, pubblicato sulla rivista One Earth. Ideato dal dottorando Vincenzo Scribano, il sistema sfrutta un film idrofilo caricato con antibiotici e un sigillante a base di cera d’api e oli vegetali, per rilasciare farmaci in modo mirato solo sulla zona infetta. Nei test in acquario, la terapia ha bloccato oltre il 90% delle infezioni trattate.
Ricerca e sostenibilità
«Vogliamo spingere la scienza dei materiali verso una progettazione sostenibile e responsabile», afferma Marco Contardi, ricercatore al MaRHE Center della Bicocca e nell’unità Smart Materials dell’IIT. «Ogni materiale che sviluppiamo è pensato per essere usato nel mare e per il mare». A questa visione si unisce il lavoro di Athanassia Athanassiou, responsabile dell’unità Smart Materials dell’IIT: «Studiamo non solo l’efficacia ma anche la biodegradabilità dei materiali, con un approccio basato sull’intero ciclo di vita».
Lo studio è il risultato di una collaborazione consolidata tra Università, centri di ricerca e l’Acquario di Genova, che ha offerto un ambiente ideale per la sperimentazione grazie al know-how tecnico, alla cura degli animali e alla possibilità di testare le soluzioni in condizioni controllate. Una sinergia che mostra come la scienza interdisciplinare sia essenziale per affrontare le grandi sfide ambientali globali.
Speranza concreta per le barriere coralline
Le barriere coralline sono tra gli ecosistemi più vulnerabili ai cambiamenti climatici. La loro scomparsa metterebbe a rischio la biodiversità, la sicurezza alimentare e l’economia di molte regioni del mondo. In questo contesto, soluzioni come l’Active Biopaste o il cerotto terapeutico rappresentano strumenti concreti per guadagnare tempo prezioso, finché le politiche di mitigazione climatica non daranno i loro frutti.
«Con questi studi – conclude Simone Montano, docente e vicedirettore del MaRHE Center – dimostriamo come lo sviluppo di tecnologie sostenibili possa rafforzare gli ecosistemi marini, offrendo alla natura la possibilità di ritrovare il suo equilibrio originario».
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