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Giornata della Terra: Legambiente rilancia allarme inquinamento dell’aria

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Giornata della Terra: Legambiente rilancia allarme inquinamento dell’aria

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, Legambiente torna, ancora una volta, sul grave problema dell’inquinamento dell’aria in Italia. Con i primi dati 2024 che mostrano già sforamenti dei limiti in molte città, l’associazione ribadisce la necessità di azioni urgenti da parte di istituzioni e cittadini.

“La cura e il benessere della Terra passano prima di tutto da una buona qualità dell’aria. Per avere un Pianeta con aria pulita e città più vivibili e sane, serve un impegno collettivo che coinvolga nella lotta contro lo smog, non solo le istituzioni, ma anche i cittadini. Non si può restare in apnea, respirare è vivere. Ognuno di noi può dare il suo contributo scegliendo una mobilità e un’alimentazione sostenibile e contribuendo a più verde urbano in città”.  

È questo, in sintesi, il messaggio che Legambiente lancia oggi in occasione della 54esima Giornata Mondiale della Terra promossa dalle Nazioni Unite, portando in primo piano il tema dell’inquinamento dell’aria che soffoca sempre più le città italiane minando anche la salute dei cittadini e quella del Pianeta.

“La situazione dell’inquinamento atmosferico nei primi 91 giorni del nuovo anno è davvero preoccupate. Per questo in occasione della Giornata mondiale della Terra vogliamo tornare sul tema della qualità dell’aria e chiedere a tutti un impegno collettivo”, ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

1° trimestre 2024: città italiane già fuorilegge oltre i limiti annuali

A fare il quadro della situazione nei primi tre mesi del 2024, i dati sulla qualità dell’aria in città diffusi oggi da Legambiente anche in vista dell’ultima plenaria (22-25 aprile) in programma a Strasburgo per l’approvazione finale sulla revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria.

Secondo quanto rivela l’associazione ambientalista, da gennaio a marzo 2024 già 8 città italiane hanno superato il limite previsto per il PM10 di 35 giorni in un anno solare con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc), risultando quindi, ancora una volta, fuorilegge.

Molteplici le città già con livelli di inquinamento dell’aria oltre i limiti: Verona (Borgo Milano) con 44 giorni di sforamenti nei primi 91 giorni dell’anno, seguita da Vicenza (San Felice) con 41, Padova (Arcella) 39, Frosinone (scalo) 38, Brescia (Villaggio Sereno), Cremona (Piazza Cadorna), Torino (Grassi) e Venezia (Via Beccaria) con 36. Al limite Treviso (Via Lancieri) con 35 giorni di sforamento, Modena (Giardini), Milano (Senato), Monza (Via Machiavelli), Rovigo (Centro) 34.

Da questo momento le città fuorilegge non possono più sforare e l’emergenza dovrà essere affrontata sistematicamente per il resto dell’anno (nonostante la primavera renda il problema meno acuto e sentito da amministrazioni e cittadini) per evitare che il prossimo autunno, con il cambio di stagione, queste città rischino seriamente di doppiare gli sforamenti consentiti, sottolinea Legambiente.

Smog: città italiane oltre anche le soglie giornaliere

I primi mesi dell’anno nuovo sono stati caratterizzati da picchi clamorosi di inquinamento dell’aria da polveri sottili, fa sapere ancora Legambiente, con medie giornaliere ampiamente sopra i limiti normativi. Il 69% delle centraline di monitoraggio analizzate (109 su un totale di 168 di cui si aveva il dato disponibile) hanno avuto almeno una giornata con una concentrazione superiore ai 100 µg/mc (contro il limite di legge giornaliero di 50 µg/mc) fino ad un massimo registrato di oltre 200 µg/mc. “Una concentrazione giornaliera elevatissima che non solo ha doppiato il limite consentito (in 23 delle 109 centraline addirittura triplicato!), ma che soprattutto si è ripetuta in più occasioni”, avverte ancora Legambiente.

Ad esempio, a Venezia (Via Beccaria) sono state 12 le giornate con una concentrazione superiore ai 100 µg/mc; A Rimini (Flaminia), Milano (Senato), Padova (Mandria), Piacenza (Giordani Farnese) e Modena (Giardini) 8; Verona (Borgo Milano), Bologna (Porta S. Felice), Ravenna (Zalamella) e Ferrara (Isonzo) 7. Se filtrate con la soglia di 75 µg/mc (una volta e mezza il limite giornaliero), le centraline che hanno ripetutamente oltrepassato questo valore per almeno 10 giorni (sui 91 totali) sono 27.

Soluzioni e misure necessarie

Per l’associazione ambientalista è importante che l’Italia metta in campo interventi più concreti e promuova azioni sempre più sostenibili. “Serve un maggiore impegno e azioni concrete non più rimandabili, efficaci e ad ampio respiro, che vedano integrarsi politiche urbane, regionali e nazionali su temi trasversali legati ai principali settori emissivi come il traffico, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e le industrie”, ha ribadito Zampetti in una nota stampa.

 Ma anche i cittadini possono concretamente fare il proprio dovere e fare la differenza, ricorda l’associazione ambientalista. “A cominciare da un cambio di abitudini che prevedano un minor utilizzo della macchina per tragitti brevi e facilmente percorribili a piedi o con la bicicletta o collegati dal trasporto pubblico; interventi per rendere più efficienti energeticamente le nostre case e scelte consapevoli sulla spesa alimentare che mirino ad una riduzione dei consumi di quei prodotti derivanti da allevamenti e agricoltura intensivi”, aggiunge il presidente di Legmbiente in occasione della giornata mondiale della Terra.

“Contestualmente serve anche aumentare la quantità di verde nelle nostre città, mettendo a dimora alberi, avendo cura degli spazi pubblici che devono diventare i polmoni delle nostre città per tornare a respirare aria pulita”.



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Azioni e scelte eco-sostenibili

In questo contesto di crisi ambientale e climatica, le scelte quotidiane di ciascuno giocano un ruolo cruciale nel plasmare il futuro del pianeta. Un recente studio condotto dall’Università di Oxford ha rivelato che ridurre il consumo di carne può ridurre del 30% l’impronta del singolo in materia di emissioni di gas serra, uso del suolo, consumo di acqua e biodiversità.

Inoltre, l’introduzione di più alberi e piante nelle aree urbane e nelle vicinanze degli edifici può ridurre la necessità di utilizzare condizionatori d’aria, portando a risparmi energetici significativi e permettendo di risparmiare dal 20 al 50% di energia e abbassando l’inquinamento acustico fino al 70%.

Come ricorda anche l’associazione ambientalista infine, lo Special Report on Climate Change and Land del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) rivela che è necessario un aumento di 1 miliardo di ettari di foreste per limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5°C entro il 2050.

Mentre in fatto di mobilità sostenibile, secondo diversi studi l’introduzione delle zone 30 nelle città consente la riduzione del 10% di emissioni di anidride carbonica, del 20% di ossido di azoto e di oltre il 30% di polveri sottili.

“Ci siamo rotti i polmoni”

L’inquinamento dell’aria si conferma il primo problema di inquinamento ambientale, con sempre più ricerche che mostrano i gravi danni alla salute umana come anche sugli ecosistemi.

Nel contesto della lotta allo smog, Legambiente ha recentemente lanciato l’iniziativa “Apnea against pollution“, che ha visto l’ex primatista mondiale di apnea, il medico e coach sportivo Mike Maric, protagonista di un’installazione e performance a Milano. L’obiettivo di questa iniziativa è sensibilizzare il governo sull’urgenza di combattere lo smog e invitare i cittadini a firmare la petizione “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”

“L’inquinamento atmosferico colpisce e danneggia anche gli ecosistemi naturali”, si legge in ultimo nella nota di Legambiente che ricorda la partecipazione al progetto europeo LIFE MODERn (NEC) volto a migliorare il sistema di valutazione degli impatti dell’inquinamento dell’aria e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi forestali e d’acqua dolce in Italia.

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