I fulmini inquinano come le automobili. I satelliti misurano l’ossido di azoto rilasciato
Un recente studio condotto dagli scienziati dell’Università del Maryland ha svelato un fatto sorprendente: i fulmini contribuiscono all’inquinamento atmosferico in modo significativo, paragonabile alle emissioni prodotte dalle automobili. Grazie a una tecnologia satellitare avanzata, oggi è possibile monitorare in tempo reale come i temporali rilasciano ossidi di azoto (NOx), uno degli inquinanti chiave responsabili del riscaldamento atmosferico e della formazione dell’ozono.
I fulmini generano circa il 10-15% di tutti gli ossidi di azoto rilasciati nell’atmosfera a livello globale
Secondo i dati raccolti, i fulmini generano circa il 10-15% di tutti gli ossidi di azoto rilasciati nell’atmosfera a livello globale. Sebbene l’inquinamento prodotto dalle attività umane sia generalmente superiore, il rilascio di NOx a quote elevate rende quello dei fulmini particolarmente influente sui processi chimici atmosferici, contribuendo al riscaldamento terrestre e all’aumento dell’ozono troposferico.
L’inquinamento generato dai temporali può viaggiare per centinaia di chilometri trasportato dai venti, colpendo aree lontane dai siti di origine. Un esempio significativo è rappresentato dalle regioni montuose del Colorado, dove l’inquinamento da fulmini contribuisce in modo rilevante all’aumento dell’ozono in quota, con effetti negativi sulla salute respiratoria, inclusi disturbi come l’asma. Durante i mesi estivi, poi, l’aumento delle temperature accelera la produzione di ozono, amplificando questo impatto.
Come funziona la tecnologia satellitare TEMPO
Il satellite TEMPO, lanciato nel 2023, ha rappresentato una svolta nella capacità di osservare la qualità dell’aria in Nord America. Collocato in orbita geostazionaria a 22.000 miglia dalla Terra, TEMPO offre misurazioni della concentrazione di inquinanti ogni 10 minuti, un miglioramento notevole rispetto all’osservazione tradizionale ogni ora.
In un esperimento svolto a giugno, TEMPO ha monitorato in modo dettagliato i fulmini in collaborazione con il Geostationary Lightning Mapper della NOAA, permettendo di correlare in tempo reale ciascun evento di fulmine con la quantità di ossidi di azoto prodotti e la loro persistenza nell’atmosfera.
Il ruolo duale dei fulmini nella chimica atmosferica
Nonostante i fulmini producano inquinamento, svolgono anche un ruolo positivo nell’atmosfera. Essi generano infatti radicali idrossilici, agenti che contribuiscono a decomporre gas serra come il metano, favorendo così una sorta di “pulizia” naturale dell’aria.
Lo studio ha stimato che ogni fulmine produce in media circa 250 moli di ossidi di azoto, anche se questa quantità varia in base all’intensità del temporale. Dati preliminari suggeriscono che i temporali più intensi producono fulmini più brevi, con una produzione minore di NOx per scarica, una scoperta che sarà approfondita grazie all’altissima frequenza di osservazione offerta da TEMPO.
Impatti su salute e clima e prospettive future
La missione di TEMPO, inizialmente prevista per 20 mesi, è stata estesa fino almeno a settembre 2026, vista l’alta qualità delle misurazioni. I dati raccolti permetteranno agli scienziati di distinguere con maggiore precisione tra l’inquinamento di origine naturale e quello dovuto all’attività umana, migliorando i modelli climatici e le previsioni della qualità dell’aria utili alle comunità di tutto il continente.
Questa ricerca segna un passo fondamentale per comprendere un aspetto finora poco studiato ma cruciale dell’inquinamento atmosferico e dei suoi effetti sulla salute pubblica e l’ambiente.
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