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Gravidanza e inquinamento: legame con sovrappeso nei figli

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Gravidanza e inquinamento: legame con sovrappeso nei figli

Secondo una recente meta-analisi pubblicata sulla rivista Environment International, l’esposizione al particolato fine (PM2.5) durante la gravidanza è associata a un aumento del rischio di sovrappeso o obesità infantile. Lo studio è condotto dal Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), nell’ambito dei progetti europei LifeCycle e ATHLETE, e ha coinvolto oltre 37.000 coppie madre-bambino in otto Paesi europei.

La ricerca ha analizzato i dati raccolti da 10 coorti di nascita provenienti da Paesi come Spagna, Paesi Bassi, Italia, Norvegia, Regno Unito e altri. Le concentrazioni medie annue di PM2.5 e biossido di azoto (NO₂) sono stimate attraverso modelli geospaziali presso le abitazioni delle famiglie, dalla fase prenatale fino ai 12 anni di età dei bambini.

Rischio di obesità infantile

Il dato più rilevante emerso dallo studio è che l’esposizione a livelli più alti di PM2.5 durante la gravidanza è associata a un aumento del 23% del rischio di sovrappeso o obesità nei bambini. L’associazione è risultata particolarmente significativa nella fascia di età 9-12 anni. Al contrario, non è stata riscontrata alcuna correlazione tra obesità e l’esposizione al PM2.5 durante l’infanzia o all’NO₂ in qualsiasi fase della vita.

Il periodo gestazionale

Secondo Sarah Warkentin, prima autrice dello studio, “i nostri risultati indicano che il periodo gestazionale potrebbe rappresentare una finestra particolarmente vulnerabile per lo sviluppo dell’obesità infantile”. Tuttavia, gli autori sottolineano la necessità di ulteriori studi per identificare con precisione i momenti più critici dell’esposizione e per confermare i risultati.

Implicazioni per la salute pubblica e l’ambiente

Lo studio ISGlobal aggiunge nuove prove al crescente corpo di ricerche che collegano fattori ambientali precoci a esiti sanitari a lungo termine. In un contesto di inquinamento atmosferico sempre più presente nelle aree urbane, questi risultati evidenziano l’importanza di proteggere le donne in gravidanza e i bambini dalle esposizioni nocive.

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