Legambiente: metano e ozono, la doppia emergenza della Pianura Padana
Con l’arrivo del caldo estivo, la qualità dell’aria nella Pianura Padana peggiora a causa dell’inquinamento da ozono. La regione è tra le più inquinate d’Europa, con livelli di ozono che superano frequentemente i limiti di sicurezza. Questo inquinante atmosferico, dannoso per la salute e per l’ambiente, viene prodotto da precursori come il metano e altri gas inquinanti, che sono in forte crescita nella zona.
Il ruolo del metano
Un fattore cruciale nell’inquinamento da ozono è il metano, che in Pianura Padana viene emesso principalmente dall’agricoltura intensiva, in particolare dagli allevamenti di bestiame e dalla coltivazione del riso. Legambiente con il dossier “Inquinamento da ozono-il caso padano” ha evidenziato che il metano è responsabile di un aumento delle concentrazioni atmosferiche, favorendo la formazione di ozono. Le aree agricole del Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano quasi metà delle emissioni di metano a livello nazionale.
Le città più colpite
Secondo i dati Ispra (2022-2024), la maggior parte delle città della Pianura Padana ha registrato oltre 25 giorni di superamento della soglia di ozono. Tra le più colpite ci sono Bergamo, Piacenza e Vercelli, con oltre 70 giorni di superamento annuale. Questo fenomeno è amplificato dalle condizioni climatiche estive e dalle brezze che trasportano l’ozono verso le aree pedemontane.
Impatti su salute e ambiente
L’ozono è un potente ossidante che danneggia le mucose respiratorie e oculari, con effetti particolarmente gravi per le piante, riducendo la fotosintesi. Inoltre, l’inquinamento da ozono influisce negativamente sulle coltivazioni agricole, riducendo la produttività e aggravando le perdite dovute a periodi di siccità. Questo danneggia non solo la salute umana, ma anche l’economia agricola locale.
Le proposte di Legambiente
Per ridurre le emissioni di metano e, conseguentemente, l’inquinamento da ozono, Legambiente propone una serie di soluzioni pratiche. Tra queste, la promozione del biometano prodotto tramite la digestione anaerobica dei reflui zootecnici e la gestione più sostenibile dei rifiuti agricoli. Questo approccio riduce le emissioni di metano e favorisce l’economia circolare in agricoltura, migliorando anche la sostenibilità del settore.
Inoltre, Legambiente suggerisce la transizione agroecologica, che prevede tecniche agricole più sostenibili e innovative. Ad esempio, nelle risaie si possono applicare metodi di sommersione periodica che limitano le emissioni di metano. La ristrutturazione del settore zootecnico, con una diminuzione del numero di capi bovini e un miglioramento delle pratiche di gestione dei liquami, è un altro passo fondamentale.
Le sfide della Pianura Padana
Oltre all’ozono, la Pianura Padana soffre anche per l’elevata concentrazione di polveri sottili (PM10) e biossido di azoto (NO2), derivanti dalla combustione dei motori diesel. Per contrastare questa problematica, Legambiente sollecita misure strutturali come il potenziamento del trasporto pubblico e l’introduzione di Low Emission Zones (LEZ), oltre al supporto per politiche come Città30, che già si stanno rivelando efficaci in alcune città italiane.
Collaborazione internazionale
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, sottolinea che per combattere l’inquinamento da ozono, è essenziale una collaborazione internazionale. L’Accordo Globale sul Metano (Global Methane Pledge) prevede una riduzione del 30% delle emissioni di metano entro il 2030, ma l’Italia è ancora lontana da questo obiettivo. Le azioni concrete, come la riduzione delle emissioni dai settori agricolo e zootecnico, sono necessarie per evitare gravi conseguenze sul clima e sulla salute pubblica.
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