Inquinamento e Parkinson: studio italiano svela legame con Pm10
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista npj Parkinson’s Disease evidenzia un potenziale legame tra l’esposizione prolungata alle polveri sottili Pm10 e un aumento del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Lo studio, coordinato dall’Irccs Neuromed di Pozzilli e da numerosi enti di ricerca italiani, si basa su un’analisi approfondita della popolazione molisana monitorata per oltre 20 anni. I risultati pongono l’inquinamento atmosferico al centro del dibattito sulla salute neurologica e le politiche ambientali.
Lo studio Moli-sani
Alla base dello studio c’è il progetto epidemiologico Moli-sani, che segue dal 2005 circa 25.000 adulti residenti in Molise. I ricercatori hanno incrociato i dati ambientali forniti da Arpa Molise con le informazioni sanitarie dei partecipanti, ricostruendo l’esposizione individuale alle Pm10 nel tempo. Queste particelle, inferiori a 10 µm, sono in grado di penetrare nell’apparato respiratorio e raggiungere altri organi, inclusi cervello e sistema nervoso centrale.
Pm10 e Parkinson
L’analisi ha mostrato che l’aumento dei livelli di Pm10 nell’ambiente è associato a un incremento del rischio di sviluppare il Parkinson, anche in soggetti inizialmente sani. Questo legame appare indipendente da fattori come età, sesso, condizioni preesistenti e tipo di lavoro svolto. Lo studio è uno dei primi in Europa a fornire prove così solide su una popolazione ampia e con una lunga finestra temporale di osservazione.
Il ruolo della lipoproteina(a)
Uno degli aspetti innovativi dello studio è l’individuazione della lipoproteina(a) come possibile mediatore biologico tra l’esposizione alle Pm10 e lo sviluppo del Parkinson. Questa molecola, nota per il suo legame con le malattie cardiovascolari, interagisce con l’alfa-sinucleina, una proteina coinvolta nella degenerazione neuronale. Sebbene il suo ruolo sia ancora da chiarire, rappresenta un nuovo punto di partenza per la ricerca sulle malattie neurodegenerative.
Politiche ambientali
Gli autori dello studio sottolineano che l’inquinamento atmosferico rappresenta una delle più grandi minacce per la salute pubblica globale. Il legame con il Parkinson, in aggiunta ai già noti effetti respiratori e cardiovascolari, evidenzia la necessità di strategie ambientali più efficaci. Secondo Licia Iacoviello, responsabile scientifica del progetto, è urgente intervenire per ridurre l’esposizione al particolato fine, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani.
Il progetto Age-It
Lo studio fa parte del progetto nazionale Pnrr Age-It, che esplora l’impatto dell’inquinamento e del cambiamento climatico sulle patologie legate all’invecchiamento. I risultati ottenuti aprono nuove strade per la prevenzione del Parkinson e per la comprensione dell’interazione tra ambiente e salute cerebrale. La ricerca continua, con l’obiettivo di identificare ulteriori biomarcatori e percorsi molecolari su cui intervenire.
Share this content: