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Istat: In Italia triplicate le rinnovabili, ma danni per 134 miliardi da eventi estremi

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Istat: In Italia triplicate le rinnovabili, ma danni per 134 miliardi da eventi estremi

Negli ultimi quindici anni, l’Italia ha compiuto significativi progressi nella produzione di energia da fonti rinnovabili, triplicando la propria capacità di generare energia pulita. Tuttavia, nonostante i progressi, il nostro Paese rimane ancora indietro rispetto ad altre grandi economie europee, come Germania, Spagna e Francia. Questo è quanto emerge dal Rapporto Istat, presentato ieri mattina a Montecitorio, che fornisce uno spunto di riflessione sul futuro energetico dell’Italia e sulle sfide che il Paese deve affrontare per raggiungere una piena sostenibilità.



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Rinnovabili triplicate

Nel periodo compreso tra il 2005 e il 2024, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia è triplicata, raggiungendo circa 130 TWh (terawattora). Questo rappresenta un notevole successo per il Paese, che ha visto una crescita esponenziale grazie all’espansione delle energie solare ed eolica, con il fotovoltaico in prima linea. Nonostante ciò, il nostro Paese continua a essere lontano dalle performance delle principali economie europee, come la Germania, che ha prodotto quasi 380 TWh, la Spagna con oltre 160 TWh e la Francia con circa 150 TWh.

L’Italia resta dietro alle big d’Europa

Un aspetto interessante che emerge dal Rapporto Istat riguarda il confronto tra i Paesi europei. Se da un lato l’Italia ha fatto progressi, dall’altro la Germania, la Francia e la Spagna hanno saputo integrare anche l’energia nucleare, che viene considerata una fonte a basso impatto ambientale. Ad esempio, in Germania, l’energia nucleare contribuisce con circa 55 TWh, mentre in Francia raggiunge ben 380 TWh. Questo fa sì che l’Italia, pur registrando una crescita nelle rinnovabili, debba ancora affrontare il gap rispetto a questi Paesi che, oltre alle rinnovabili, sfruttano anche l’energia nucleare.

Il ruolo delle rinnovabili 0

Un altro dato importante è l’aumento della quota di rinnovabili 0 (fotovoltaico ed eolico), che ha visto un’impennata significativa. Nel 2024, la produzione di energia da fonti rinnovabili ha raggiunto il 49% del totale, un enorme passo in avanti rispetto al 16,1% del 1990. Questo risultato è stato trainato soprattutto dal fotovoltaico, che continua ad essere uno dei settori con maggiore potenziale di crescita. Rispetto al 2014, inoltre, sono cresciute in modo particolare le quote dell’eolico e del fotovoltaico, mentre si sono ridotte quelle delle altre fonti tradizionali come l’idroelettrico, che, pur essendo ancora un pilastro, ha visto un calo del suo contributo al totale.

L’impatto ambientale

Non si può parlare di rinnovabili senza considerare l’impatto che queste hanno sull’ambiente. Il Rapporto Istat evidenzia un miglioramento significativo in questo senso: dal 1990 ad oggi, sono diminuite le emissioni climalteranti (gas serra), che sono scese di oltre il 32%. Anche il consumo di energia delle famiglie italiane è sceso del 23,1%, un segnale di maggiore efficienza energetica. In parallelo, il consumo di materiali interni è diminuito di circa il 40%, suggerendo un orientamento sempre più attento alla sostenibilità e all’efficienza delle risorse.

L’Italia e gli eventi estremi

Nonostante i progressi nell’energia rinnovabile e nella sostenibilità ambientale, l’Italia continua a fare i conti con rischi naturali legati ai cambiamenti climatici. Gli eventi climatici estremi, come alluvioni, frane e siccità, stanno diventando sempre più frequenti e hanno un forte impatto sull’economia nazionale. Tra il 1980 e il 2023, l’Italia è stata il secondo Paese dell’Unione Europea per perdite economiche derivanti da eventi climatici estremi, con circa 134 miliardi di euro. Questo dato pone l’accento su quanto sia fondamentale continuare a investire in soluzioni di adattamento e resilienza, per limitare i danni futuri.

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