Ecco chi sta con il Wwf Italia per chiedere più fondi all’Ue per il Programma Life
Un coro unanime di istituzioni, scienziati, imprese e società civile italiana si è unito al WWF Italia per lanciare un messaggio forte all’Europa: rafforzare gli investimenti in natura e clima è una priorità strategica per il continente e per il nostro Paese. Questo il segnale emerso dal convegno “It’s Your LIFE! Investire nella Natura e nel Clima: il Futuro del Programma LIFE nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE”, organizzato oggi a Roma dal WWF Italia in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Legambiente e Lipu-BirdLife Italia.
L’evento, che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo Antonio Decaro, si è svolto a poche settimane dalla presentazione, prevista per il 16 luglio, della proposta della Commissione Europea per il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028–2034. Questa proposta potrebbe ridefinire profondamente la natura e la dotazione del Programma LIFE, l’unico strumento dell’UE interamente dedicato ad ambiente, natura e clima.
Il rischio smembramento del Programma LIFE
Le preoccupazioni sono alte riguardo a un potenziale “smembramento” del Programma LIFE. L’ipotesi più temuta è che il sottoprogramma “natura e biodiversità” possa confluire nei nuovi Piani nazionali a gestione condivisa, rendendo il LIFE soggetto a scelte politiche degli Stati membri su priorità e beneficiari. Al contempo, i sottoprogrammi “clima” ed “economia circolare” potrebbero essere inglobati nel nuovo Fondo per la Competitività. Se confermata, questa riorganizzazione indebolirebbe il carattere trasversale del programma e ridurrebbe l’accessibilità ai finanziamenti per tutti gli stakeholder. A ciò si aggiunge la crescente preoccupazione per la fase di deregolamentazione ambientale in corso nell’Unione europea, che rischia di minare i progressi fatti su clima e natura nella scorsa legislatura.
LIFE: patrimonio da difendere
Nato oltre trent’anni fa, il Programma LIFE ha permesso la realizzazione di migliaia di progetti in tutta Europa. In Italia ha favorito solide collaborazioni tra enti pubblici, università, imprese, aree protette e ONG, generando risultati tangibili e scalabili in settori cruciali come la tutela della biodiversità, l’adattamento al cambiamento climatico e l’economia circolare, con impatti rilevanti per il benessere delle comunità coinvolte.
Un’analisi presentata dal WWF Italia sul periodo 1992–2023 ha smentito la narrazione che dipinge il Programma LIFE come un canale privilegiato per le ONG. I dati mostrano chiaramente l’ampiezza e la diversificazione dei beneficiari:
- Solo il 5% dei beneficiari sono ONG, che hanno ricevuto il 6% dei fondi.
- Le imprese rappresentano il 38% dei beneficiari (40% dei fondi).
- Gli enti pubblici il 32% (29% dei fondi).
- Le università il 14% (14% dei fondi).
- Le aree protette il 6% (7% dei fondi).
“Questi numeri smentiscono la narrazione strumentale che dipinge il Programma LIFE come un canale privilegiato per le ONG,” ha affermato il WWF Italia. “Al contrario, LIFE è un programma trasversale e sistemico, che incarna il vero valore aggiunto dell’azione europea sul territorio per imprese, enti locali, università e cittadini.” Le associazioni hanno anche criticato la recente proposta di istituire un gruppo di lavoro al Parlamento europeo per indagare esclusivamente sui fondi UE ricevuti dalle organizzazioni della società civile, definendola una “distorsione inaccettabile e pericolosa per il processo democratico europeo”.
Fronte comune per rafforzare il programma
Durante l’incontro, è emerso con forza un messaggio chiaro: per l’Italia, il Programma LIFE è un pilastro irrinunciabile per affrontare le emergenze ambientali e climatiche. Deve essere non solo mantenuto autonomo e accessibile, ma anche rafforzato. Il prossimo bilancio UE dovrà riconoscere la natura, il contrasto al cambiamento climatico e la decarbonizzazione come leve strategiche per la competitività, la sicurezza, la salute e la qualità della vita dei cittadini europei.
Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha dichiarato: “Per rispondere alla crisi climatica e proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, il Programma LIFE ha finanziato solo in Italia migliaia di progetti che hanno permesso di ottenere risultati concreti e tangibili. Sono progetti che raccontano storie di territori, comunità e partenariati virtuosi. Rinnovo l’impegno del Ministero a lavorare insieme per rafforzare queste politiche e sostenere nuove progettualità.”
Antonio Decaro, Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, ha aggiunto: “Il Green Deal è un piano per la tutela dell’ambiente, ma anche un piano importante per la competitività delle imprese. Il programma LIFE è un motore operativo del Green Deal, una sorta di laboratorio di innovazione territoriale e istituzionale. È preoccupante che da alcune forze politiche del Parlamento europeo ci siano richieste di limitare se non eliminare l’accesso delle ONG al Programma LIFE e ai fondi europei. Le ONG danno voce ai cittadini, ai territori, alle future generazioni. Escluderle dall’accesso ai fondi europei significa minare la democrazia europea.”
Alessandra Prampolini, Direttrice Generale del WWF Italia, ha concluso: “Oggi imprese, istituzioni, università e società civile si uniscono al WWF Italia per chiedere all’Unione europea di rafforzare gli investimenti in natura e clima. L’emergenza climatica e ambientale non permette passi indietro. Chiediamo quindi con forza che l’Unione europea continui a investire in natura e clima, con target di spesa ambiziosi e con programmi, come quello LIFE, che siano autonomi, rafforzati e accessibili.”
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