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Larva mangia carne, confermato un caso umano: cosa fa e dove prolifica questo parassita

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Larva mangia carne, confermato un caso umano: cosa fa e dove prolifica questo parassita

Un caso di infestazione da larva su un essere umano, sebbene possa suonare come la trama di un film dell’orrore, è un evento medico che ha un nome scientifico specifico: la miasi. La recente conferma di un caso ha riportato l’attenzione su questa condizione parassitaria, spingendo gli esperti a chiarire cos’è, come avviene e quali sono i rischi per la salute.

Cos’è la Miasi e Come Avviene l’Infestazione

La miasi è una parassitosi causata dalle larve di alcune specie di mosche che infestano tessuti animali, inclusi quelli umani, nutrendosi di essi. La definizione di “larva mangia carne” è quindi, in senso lato, scientificamente corretta. Le mosche responsabili depongono le loro uova su un ospite o nelle vicinanze, spesso in corrispondenza di ferite aperte o tessuti necrotici (morti). Le larve, una volta schiuse, penetrano nella pelle o nelle mucose.

Esistono diverse forme di miasi a seconda del tipo di tessuto colpito. In alcuni casi, le larve rimangono localizzate in una sola area, creando lesioni simili a foruncoli (miasi furuncolare). In altri, possono muoversi sotto la pelle (miasi migratoria). È importante notare che, in un contesto medico completamente diverso, larve sterili di alcune specie di mosche sono usate terapeuticamente (terapia larvale) per pulire ferite complesse, poiché si nutrono selettivamente solo del tessuto morto.

Sintomi, Rischi e Trattamento

I sintomi di un’infestazione da miasi variano in base alla sua localizzazione. I segnali più comuni includono la presenza di una lesione cutanea, la sensazione di un movimento sottopelle, dolore localizzato, gonfiore e la fuoriuscita di siero. In assenza di un intervento, l’infestazione può portare a danni tissutali più estesi e, in casi rari, a infezioni batteriche secondarie.

Il trattamento di un caso di miasi è relativamente semplice e consiste nella rimozione manuale o chirurgica delle larve, seguita da un’accurata disinfezione della ferita. La prognosi è generalmente buona, a patto che l’infestazione venga identificata e trattata tempestivamente.

La conferma di un caso umano, seppur raro, serve a ricordare l’importanza dell’igiene e della protezione, specialmente in aree con un’alta incidenza di mosche, come le zone rurali o calde.

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