Consumo suolo, il Lazio continua a perdere terreno. Geologi spiegano cosa c’entra il fotovoltaico a terra
Il Lazio continua a perdere suolo a ritmo accelerato: nel 2024 sono stati consumati 785 ettari, mentre solo 25 sono stati recuperati. È quanto denuncia Simonetta Ceraudo, Presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, lanciando un allarme che si inserisce in un quadro nazionale ancora più preoccupante.
A livello italiano, infatti, nel 2024 sono stati consumati 83,7 km² di nuove superfici artificiali — pari a 22,9 ettari al giorno — a fronte di appena 5,2 km² di ripristini. Il consumo netto raggiunge così 78,5 km², il valore più alto degli ultimi dodici anni.

Lazio: Viterbo epicentro del consumo. Il fotovoltaico a terra pesa per il 56%
Nel dettaglio regionale:
- Viterbo concentra oltre la metà del nuovo consumo: +424 ettari.
- Seguono Roma, Latina, Frosinone e Rieti.
- Il 56% del consumo regionale è dovuto a impianti fotovoltaici a terra.
Il Lazio risulta anche la prima regione italiana per nuovi impianti fotovoltaici installati tra il 2023 e il 2024: oltre 400 ettari di suolo trasformato, pari a circa un quarto del totale nazionale.
Ceraudo sottolinea come questa forma di consumo sia “meno visibile ma altrettanto impattante”, perché comporta trasformazioni estese di suoli agricoli e paesaggi rurali.
Un paradosso: si costruisce nelle aree più fragili
Ancora più allarmante è la dinamica di impermeabilizzazione nelle zone a rischio:
- 8,64% delle aree ad alta pericolosità idraulica,
- 10,27% di quelle a pericolosità media,
- 13,46% di quelle a pericolosità bassa,
con incrementi superiori alla media nazionale.
Nelle aree sismiche:
- 7,74% di consumo in Zona 2,
- 2,24% in Zona 1.
«È un paradosso — afferma Ceraudo — continuare a costruire dove il territorio è più fragile. Ogni nuova superficie impermeabile riduce la capacità di assorbimento del suolo e aumenta il rischio di frane e alluvioni».
Rinnovabili sì, ma con regole: serve integrare energia pulita e paesaggio
L’OGL ribadisce l’importanza della transizione energetica, ma richiama la necessità di conciliare impianti rinnovabili e tutela del territorio.
La strada esiste già:
- Linee Guida FER regionali (DGR 390/2022)
- Proposta di Legge Regionale n. 167/2024
Entrambe sostengono:
- riuso dell’esistente,
- installazioni in aree compromesse,
- riduzione del consumo di suolo agricolo.
Città spugna e de-impermeabilizzazione: le priorità
Nel 2024, nel Lazio, solo 25 ettari sono stati recuperati a fronte di oltre 700 impermeabilizzati.
Per i geologi:
- serve una strategia strutturale di de-impermeabilizzazione;
- occorre puntare su rigenerazione urbana e rinaturalizzazione delle aree dismesse;
- il modello della “città spugna” è la via maestra per garantire resilienza idraulica e climatica.
La Deliberazione regionale 117/2020, che introduce il principio di invarianza idraulica, rappresenta già un importante riferimento tecnico e normativo.
Verso una legge regionale sul consumo di suolo
L’Ordine dei Geologi del Lazio chiede una legge regionale che:
- fissi obiettivi chiari,
- introduca criteri omogenei di monitoraggio,
- integri pienamente il principio di invarianza idraulica,
- renda cogenti i criteri FER,
- sia allineata alla nuova Direttiva UE sul monitoraggio e la resilienza del suolo (ottobre 2025).
Un punto di svolta critico
Il consumo cresce, i ripristini calano e il peso degli impianti fotovoltaici a terra diventa determinante.
Per Ceraudo, la direzione è inevitabile:
“Il suolo è una risorsa finita e non rinnovabile. Difenderlo significa tutelare la sicurezza dei cittadini e la resilienza del territorio. Servono strumenti urbanistici coraggiosi per avvicinare l’obiettivo del consumo di suolo zero al 2030 e del ‘no net land take’ al 2050”.
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