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Legambiente, in Italia 705 rifiuti ogni 100 metri di spiagge

Legambiente, in Italia 705 rifiuti ogni 100 metri di spiagge

Dal 10 al 12 maggio torna la famosa campagna di Legambiente “Spiagge e Fondali Puliti” destinata al monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati su spiagge e arenili. La storica manifestazione da 34 anni coinvolge migliaia di persone in una mobilitazione collettiva: volontari e volontarie sono pronti a partecipare in tutta Italia equipaggiati di guanti e pinze raccogli-rifiuti.

Spiagge Pulite? Pinzaci tu!” lo slogan dell’edizione 2024 di Legambiente

Lo slogan scelto per l’edizione 2024 della campagna “Spiagge e Fondali Puliti” è un richiamo alla responsabilità di tutti e un invito a collaborare in prima linea per la rinascita e tutela dei luoghi marini e costieri. Si potrà postare sulle social foto di rifiuti particolari ritrovati sulle spiagge, segnalando il luogo del ritrovamento attraverso le stories di Instagram taggando il profilo di Legambiente con l’hashtag #SpiaggeFondaliPuliti.

Un pericolo per spiagge, mari e coste: cos’è il marine litter

Ogni anno milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nei mari di tutto il mondo. Parliamo del marine litter, oggi una delle principali minacce per mare e spiagge. Si tratta della dispersione dei rifiuti in mare o abbandonati lungo le coste di oggetti che utilizziamo quotidianamente. Sono compresi anche quei materiali che dalla terra ferma raggiungono il mare attraverso fiumi, vento e scarichi urbani. Recenti studi hanno calcolato che la quantità annuale di rifiuti di plastica nell’oceano potrebbe quasi triplicarsi entro il 2040 a 29 milioni di tonnellate all’anno. L’equivalente di 50 kg di plastica per ogni metro di costa in tutto il mondo.

Il marine litter è un fenomeno conosciuto da anni. Nasce da cattive pratiche di gestione dei rifiuti solidi e del trattamento delle acque reflue ma anche dalla mancanza di consapevolezza delle persone sui gravi effetti delle loro azioni.  Solo di recente, però, ha iniziato ad essere considerato come un problema economico, ambientale e di salute umana reale.

Legambiente, 705 rifiuti ogni 100 metri di spiagge: mozziconi, tappi, coperchi e stoviglie

L’obiettivo della tre giorni di Legambiente è, tra gli altri, quello di aumentare la conoscenza e sensibilizzazione delle persone sul corretto smaltimento dei rifiuti e sui pericoli del marine litter.

A fare il punto della situazione la nuova indagine Beach Litter di Legambiente con un’analisi sui rifiuti spiaggiati raccolti e catalogati e l’utilizzo per la prima volta del Clean Coast Index (CCI), un indicatore utile per determinare il “grado di pulizia” delle spiagge in modo immediato e oggettivo.

Su 33 spiagge di 12 regioni italiane e per un totale di 179.000 metri quadri monitorati, dove sono stati raccolti e catalogati 23.259 rifiuti, risulta una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Quasi la metà (il 40,2%) è, appunto, plastica. Mozziconi di sigarette, pezzi di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione e stoviglie usa e getta. È noto che la plastica resta nell’ambiente per molti anni ed ha la capacità di disgregarsi in particelle microscopiche, causando diversi problemi all’ecosistema marino.

A preoccupare di più l’associazione ambientalista è il dato relativo ai  prodotti in plastica monouso banditi dalla direttiva europea Single Use Plastics (SUP), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022. Insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, infatti, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024. Dal 2014 ad oggi seguono un andamento che non accenna a diminuire, rappresentando mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati.



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La novità 2024: il Clean Coast Index (CCI)

Delle 33 spiagge monitorate, solo il 6,6% risulta avere un CCI corrispondente a un giudizio “spiaggia sporca” o “molto sporca”. Nel 2024, alla diminuzione percentuale delle spiagge catalogate come “sporche” o “molto sporche”, è corrisposto un aumento significativo delle spiagge giudicate come “molto pulite” o “abbastanza pulite”.

Sono certamente dati positivi e in controtendenza rispetto al passato; la prova che le campagne di sensibilizzazione e le azioni avviate in questi anni stanno dando i primi risultati. Ripulire spiagge e mari, però, non è l’unica soluzione per contrastare il marine litter. Si tratta di una sfida complessa: studiare le dimensioni del fenomeno, capirne gli impatti a livello globale e cercare soluzioni, sicuramente iniziando da politiche di prevenzione.

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