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Brambilla: “La legge sugli animali è una rivoluzione culturale per l’Italia”

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Brambilla: “La legge sugli animali è una rivoluzione culturale per l’Italia”

A Milano si è svolto l’evento “Legge Brambilla: una riforma storica sui reati contro gli animali”, promosso per illustrare i contenuti e gli effetti della nuova normativa che rafforza la protezione penale degli animali in Italia. La legge, voluta e firmata dall’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, rappresenta un punto di svolta nel contrasto ai maltrattamenti e ai crimini contro gli animali.

Brambilla ha ricordato che l’impegno congiunto di magistrati, forze dell’ordine e veterinari è fondamentale per assicurare che la riforma possa dispiegare pienamente i suoi effetti. “Solo attraverso la collaborazione di chi è chiamato a far rispettare la legge – ha spiegato – si potrà garantire una reale tutela degli animali e del loro benessere.”

Gli animali riconosciuti come esseri senzienti

La legge Brambilla introduce un cambiamento culturale e giuridico di grande portata: gli animali vengono riconosciuti come esseri senzienti, titolari di diritti fondamentali. La norma si ispira al Trattato di Lisbona e alla riforma costituzionale del 2022, che ha inserito la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della Repubblica.

Questa innovazione pone l’Italia all’avanguardia in Europa, estendendo la tutela penale a tutte le specie e sancendo il dovere dello Stato di proteggerle da sofferenze e sfruttamenti.

Pene più severe per i reati contro gli animali

Una delle principali novità della legge è l’inasprimento delle pene per i reati di maltrattamento e uccisione di animali. Nei casi più gravi, quando il fatto è commesso con sevizie o prolungando le sofferenze, la pena può arrivare fino a quattro anni di reclusione e una multa fino a 60 mila euro.

“Finisce l’impunità per chi uccide o maltratta un animale” ha dichiarato l’onorevole Brambilla, sottolineando come la riforma rappresenti una risposta concreta e non solo simbolica al crescente allarme sociale per i crimini contro gli animali.

Il contributo delle forze dell’ordine e della magistratura

Durante l’incontro sono intervenuti rappresentanti delle forze dell’ordine, giuristi e veterinari, tutti concordi nel riconoscere il valore operativo della riforma.

Il maggiore Roberto Esposito della Guardia di Finanza ha evidenziato i progressi nel contrasto al traffico illegale di animali, con oltre duemila sequestri effettuati in Italia. Grazie alla legge Brambilla, gli animali sequestrati possono essere affidati ad associazioni di tutela, riducendo il rischio di recidiva e incentivando la prevenzione.

Il generale Benito Castiglia, comandante dei Carabinieri forestali della Lombardia, ha sottolineato come l’inasprimento delle pene e l’aumento dell’attività di prevenzione abbiano già contribuito a una diminuzione dei reati e degli illeciti amministrativi rilevati sul territorio.

Il punto di vista dei giuristi: una riforma dovuta e concreta

L’avvocato Mario Zanchetti, ordinario di diritto penale alla Libera Università di Castellanza, ha definito la legge Brambilla “una riforma dovuta” che migliora in modo effettivo la tutela degli animali senza appesantire il sistema giudiziario.

Anche la professoressa Diana Cerini, docente di diritto comparato all’Università di Milano-Bicocca, ha auspicato che il legislatore intervenga con altrettanta decisione anche sul fronte del diritto civile, mentre la giurista Margherita Pittalis ha approfondito il tema della soggettività animale, evidenziando come la giurisprudenza stia già riconoscendo agli animali uno status giuridico più avanzato.

Il ruolo decisivo dei veterinari

La parte conclusiva dell’incontro è stata dedicata al contributo dei veterinari nella lotta ai reati contro gli animali. Manuela Michelazzi, presidente dell’Ordine dei Veterinari di Milano, e Carla Bernasconi, già vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini veterinari, hanno sottolineato il ruolo centrale del medico veterinario nel certificare i maltrattamenti.

“Il veterinario è l’unica figura in grado di attestare con rigore scientifico i segni del maltrattamento” ha spiegato Bernasconi, ricordando che la precisione della documentazione è essenziale per sostenere le indagini e garantire la condanna dei responsabili.

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