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Approvata la nuova legge contro la violenza sugli animali: pene più severe e nuove tutele

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Approvata la nuova legge contro la violenza sugli animali: pene più severe e nuove tutele

Il Senato ha dato il via libera definitivo alla legge che rafforza la tutela penale degli animali in Italia. Il provvedimento introduce pene più dure per chi uccide, maltratta o abbandona animali, con aggravanti per reati commessi in presenza di minori, su più animali o tramite la diffusione online di immagini e video. La legge riconosce agli animali il ruolo di vittime dirette dei reati, in linea con l’articolo 9 della Costituzione.

Cosa prevede la nuova legge

  • Pene più severe: fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa per i casi più gravi di uccisione di animali; fino a 2 anni per maltrattamento.
  • Aggravanti: pene aumentate se i reati sono commessi davanti a minori, su più animali o diffusi online.
  • Responsabilità degli enti: sanzioni pecuniarie fino a 500 quote per società e associazioni coinvolte.
  • Tutela effettiva: animali sequestrati affidati subito alle associazioni; divieto di abbattimento durante i processi; sanzioni più dure contro il traffico di cuccioli.

Le reazioni delle associazioni

Legambiente e WWF Italia hanno accolto con favore la legge, definendola “un passo avanti di civiltà”, ma chiedono il recepimento della direttiva europea contro i crimini sulla fauna selvatica e criticano il DDL caccia che rischia di legalizzare il bracconaggio.

LAV sottolinea i miglioramenti ottenuti, come la combinazione di pene detentive e pecuniarie e la tutela degli animali sequestrati, ma esprime amarezza per pene ancora troppo lievi e la mancata introduzione del divieto di detenzione per chi maltratta o uccide animali. Critica anche le deroghe sul possesso di cani e gatti alla catena e la possibilità di identificare i cuccioli oltre i termini di legge.

Il nodo caccia e le critiche alla coerenza normativa

Nonostante la legge rappresenti un passo avanti, resta aperta la questione della caccia. Come evidenzia anche l’analisi di ADUC, la nuova normativa rischia di essere contraddittoria: si inaspriscono le pene per chi uccide o maltratta animali, ma si continua a consentire la caccia, attività che coinvolge minori e che la maggioranza degli italiani (oltre il 60%) non approva. Questa “schizofrenia normativa” è stata sottolineata anche da Legambiente e WWF, che chiedono coerenza e il completamento della riforma con una tutela piena anche per la fauna selvatica e contro il bracconaggio

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