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Caccia, riapre la stagione, Lipu denuncia: fucili anche su specie a rischio

Lipu caccia fucili

Caccia, riapre la stagione, Lipu denuncia: fucili anche su specie a rischio

Domenica 21 settembre, riapre la stagione venatoria in tutte le regioni italiane. Ma per la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), non c’è nulla da celebrare: l’associazione denuncia con forza che la caccia è stata autorizzata anche su specie che versano in cattivo stato di conservazione, e che il Governo sta spingendo una riforma che, a suo dire, rischia di compromettere la tutela della fauna selvatica.

Specie in sofferenza nel mirino dei fucili

Nonostante gli allarmi lanciati dalla Commissione europea, molte regioni italiane hanno autorizzato la caccia a numerose specie di uccelli, compresi turdidi, beccacce e uccelli acquatici, fino a fine gennaio. Questo periodo, denuncia la LIPU, coincide con la fase di migrazione prenuziale, già vietata dalla direttiva Uccelli.

Un elenco di ben 21 specie in cattivo stato di conservazione, tra cui allodola, quaglia, tordo sassello e tortora selvatica, rientra nel mirino dei cacciatori. La Commissione europea aveva richiesto una moratoria completa per diverse di queste specie, ma le richieste sono rimaste inascoltate.

Una proposta di legge che “riporta la storia indietro di 60 anni”

Le preoccupazioni della LIPU non si limitano all’attuale stagione. Al centro della protesta c’è il disegno di legge n. 1552, presentato al Senato con il supporto del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. Secondo la LIPU, la proposta equivale a una “piena liberalizzazione della caccia”, e contiene misure drastiche:

  • Eliminazione dei termini di chiusura della stagione venatoria (31 gennaio e 10 febbraio).
  • Riapertura degli impianti per la cattura degli uccelli a fini di richiamo vivo.
  • Riduzione delle aree protette e ampliamento dei terreni di caccia.
  • Concessione di maggiori poteri alle regioni, in presunta violazione della Costituzione in materia di tutela della natura.

“Siamo di fronte a una proposta irresponsabile e incostituzionale,” dichiara Giovanni Albarella, responsabile Antibracconaggio della LIPU. “Questa iniziativa riporta la lancetta della storia indietro di 60 anni, quando la stagione arrivava fino alla primavera.”

Albarella ha aggiunto che la proposta, includendo la “bizzarra idea del cacciatore custode della natura,” metterà in ginocchio specie già in condizioni critiche e aprirà la strada a nuovi contenziosi comunitari. La LIPU si impegna a utilizzare ogni mezzo lecito per fermare l’approvazione del disegno di legge

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