Lupo abbattuto in Trentino, esplode la polemica: Brambilla e LAV contro Fugatti
Il caso in Lessinia: primo dei due lupi condannati
È stato abbattuto in Lessinia, nella notte tra il 19 e il 20 settembre, uno dei due lupi condannati a morte dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. L’operazione, eseguita dal Corpo forestale provinciale, è avvenuta nei pressi di malga Boldera, dove – secondo la nota ufficiale della Provincia – l’animale “stava tentando la predazione di un bovino”.
Brambilla: “Un trofeo per Fugatti”
Durissimo il commento dell’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente:
“In una sorta di squallida gara con il collega di Bolzano Arno Kompatscher, il presidente Fugatti reclama la sua pelle di lupo. Il decreto del 4 settembre è stato pubblicato alla chetichella, ignorando i ricorsi degli animalisti. È la replica del caso di Bolzano, dove però il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecutività del decreto, salvando almeno uno dei due lupi. Nel caso trentino, invece, si è consumato un nuovo scempio”.
La deputata sottolinea anche la “connivenza dell’ISPRA”, che ha autorizzato l’abbattimento pur precisando che la rimozione di due esemplari non avrebbe comunque garantito la fine delle predazioni.
LAV: “Un martire della propaganda populista”
Non meno dura la reazione della LAV (Lega Anti Vivisezione). Per l’associazione, l’uccisione del lupo rappresenta un atto “di una gravità senza precedenti”:
“È evidente che quel bovino non era stato protetto adeguatamente, come previsto dalle direttive europee. L’uccisione è arrivata a pochi giorni dal rientro del bestiame nelle stalle, quindi non era una reale misura di prevenzione ma un atto di forza utile solo a Fugatti, che usa l’odio verso lupi e orsi come strumento di propaganda”.
La LAV ha annunciato che analizzerà la documentazione relativa al pascolo e che valuterà denunce contro i responsabili.
WWF: “Un grave passo indietro nella convivenza”
Durissimo anche il giudizio del WWF Italia, che parla di “un altro grave passo indietro per la coesistenza fra uomo e grandi carnivori in Trentino”. L’associazione denuncia che l’abbattimento sia avvenuto “a caso”, senza reali garanzie di ridurre i danni agli allevamenti.
Il WWF ricorda che il lupo è una specie rigorosamente protetta e che l’unica soluzione sostenibile è la prevenzione, con investimenti in recinzioni elettrificate, cani da guardiania e sostegni economici agli allevatori.
La gestione dei grandi carnivori in Trentino
La decisione di abbattere due lupi in Lessinia aveva già scatenato polemiche a inizio settembre. La convivenza tra allevatori e grandi carnivori resta uno dei temi più delicati in Trentino-Alto Adige, con lupi e orsi spesso al centro di scontri politici e ricorsi giudiziari.
Secondo le associazioni animaliste, la soluzione non può essere l’abbattimento, ma politiche di prevenzione più efficaci, con recinzioni elettrificate, cani da guardiania e incentivi agli allevatori.
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