Il lupo in Italia tra bracconaggio, abbattimenti e arretramento culturale: l’allarme del WWF
In occasione della Giornata nazionale degli animali, celebrata sabato scorso, il WWF ha denunciato la crescente ostilità nei confronti del lupo in Italia, considerandolo il simbolo più evidente di un arretramento culturale in atto nel rapporto tra uomo e natura. Sebbene il lupo sia tuttora una specie protetta, il numero di abbattimenti autorizzati, richieste di deroghe e casi di bracconaggio sta aumentando in modo preoccupante.
Uccisioni illegali in aumento
Nel corso del 2025 sono stati segnalati numerosi episodi di uccisione illegale di lupi. Tra i casi più gravi:
Quattro lupi avvelenati in Valsugana (Trentino)
Due lupi trovati morti in un corso d’acqua in provincia di Alessandria (Piemonte)
Un lupo avvelenato in Alto Adige
A questi si aggiungono altri episodi spesso non denunciati, che rendono difficile valutare con precisione l’impatto reale del bracconaggio. Molte carcasse non vengono ritrovate, e le statistiche ufficiali rappresentano solo una parte della mortalità effettiva.
Strumenti illegali e metodi crudeli
Le modalità con cui vengono uccisi i lupi sono spesso brutali e illegali. Tra i metodi segnalati:
Veleni
Fucili da caccia
Lacci e tagliole, dispositivi non solo vietati ma anche estremamente dolorosi per gli animali
In alcuni casi, le carcasse vengono esposte pubblicamente, a dimostrazione di un atteggiamento che va oltre la semplice ostilità e sfocia nella provocazione.
Declassamento e rischio di nuovi piani di abbattimento
A livello normativo, il declassamento della protezione del lupo, discusso in ambito europeo e approvato dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva Habitat, potrebbe aprire la strada a nuovi piani regionali per il prelievo di quote annuali di esemplari.
Tuttavia, questi piani si baserebbero su dati incompleti, in particolare per quanto riguarda la mortalità causata dal bracconaggio. Senza conoscere con esattezza quanti lupi vengono uccisi illegalmente ogni anno, qualsiasi piano di abbattimento rischia di compromettere la sopravvivenza della specie.
Monitoraggio trasparente prima di ogni abbattimento
Il WWF chiede con urgenza che, prima di autorizzare qualsiasi abbattimento legale, vengano implementati sistemi di monitoraggio accurati e trasparenti. Questi strumenti devono includere:
Stime aggiornate e indipendenti della popolazione di lupi in Italia
Controllo del territorio per individuare azioni di bracconaggio
Maggiori risorse per la sorveglianza e la prevenzione
Senza queste misure, ogni abbattimento autorizzato rischia di sommarsi a una mortalità già elevata e potenzialmente insostenibile.
Conflitto con le comunità locali
Una parte del problema è rappresentata dalla crescente disinformazione, spesso alimentata da dibattiti politici e media locali. Il lupo viene sempre più spesso presentato come un pericolo per l’economia rurale e la zootecnia, alimentando paure e tensioni nelle comunità montane.
Studi internazionali, tuttavia, dimostrano che gli abbattimenti non risolvono i conflitti tra grandi predatori e allevatori. Anzi, in alcuni casi li peggiorano, destabilizzando i branchi e causando un aumento degli attacchi agli animali da allevamento.
Il rischio di tornare indietro di decenni
Il declassamento del lupo e il suo trattamento sempre più ostile rischiano di cancellare decenni di progressi nella conservazione della natura. Negli anni ’70, l’abbattimento del lupo era incentivato dallo Stato, e la specie era considerata un “nocivo”. Oggi, nonostante il suo stato di conservazione sia migliorato, la percezione pubblica è di nuovo in forte deterioramento.
Il WWF denuncia il ritorno a un’idea antropocentrica della natura, in cui l’ambiente viene sfruttato senza considerare gli equilibri ecologici e la scienza. In questa visione, il lupo diventa solo un ostacolo da rimuovere, e non un elemento fondamentale per la salute degli ecosistemi.
Il lupo come predatore apicale
La presenza del lupo in natura non è un’anomalia, ma una necessità ecologica. In quanto predatore apicale, il lupo regola le popolazioni di erbivori e contribuisce al buon funzionamento degli ecosistemi. Ecosistemi sani e completi sono anche più resilienti agli impatti della crisi climatica e fondamentali per la qualità della vita umana.
Ridurre il lupo a un semplice problema economico significa perdere di vista il valore complessivo della biodiversità e ignorare le evidenze scientifiche che collegano la nostra sopravvivenza a quella di ambienti naturali integri.
Deriva politica contro la natura
Il WWF sottolinea come diversi provvedimenti recenti vadano nella direzione opposta rispetto alla tutela ambientale. Dal declassamento del lupo, al DDL Montagna, fino al DDL Caccia, si sta delineando un quadro legislativo che favorisce lo sfruttamento dell’ambiente a scapito della sua protezione.
Questa “guerra alla biodiversità” potrebbe riportarci a un’epoca superata, in cui l’uomo si considerava padrone assoluto della natura. Un approccio che oggi non è più accettabile.
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