Maltempo in Friuli: Confeuro lancia l’allarme sulla vulnerabilità dell’Italia
La frana che ha colpito Cormons, in Friuli Venezia Giulia, causando la morte di due persone, riporta drammaticamente al centro dell’attenzione la fragilità del territorio italiano di fronte al maltempo estremo. A esprimersi è Confeuro, che in una nota diffonde un messaggio di cordoglio e allo stesso tempo un forte monito sul crescente impatto della crisi climatica.
“Confeuro intende esprimere il più profondo cordoglio alle famiglie delle due persone decedute”, afferma il presidente nazionale Andrea Tiso. “La forte ondata di maltempo che sta investendo il nostro Paese sta portando conseguenze tragiche, che si sommano a una lunga serie di eventi drammatici registrati negli ultimi anni, dal Nord al Sud.”
Secondo la Confederazione degli Agricoltori Europei, la frequenza e la violenza di questi fenomeni atmosferici estremi sono la diretta conseguenza del cambiamento climatico e della crescente tropicalizzazione del clima italiano. Ma la questione, sottolinea Tiso, va ben oltre la semplice osservazione meteorologica.
Un Paese impreparato di fronte al clima che cambia
Nonostante gli avvertimenti lanciati dalla comunità scientifica, l’Italia continua a mostrare lacune significative sul fronte della prevenzione e della gestione del rischio:
- infrastrutture obsolete o inadeguate;
- piani di prevenzione applicati solo parzialmente;
- risorse insufficienti per la mitigazione delle emergenze;
- fragilità idrogeologica diffusa, con territori sempre più esposti a frane, alluvioni e dissesti.
Per Confeuro è evidente che serva un “cambio di passo deciso”, capace di trasformare la gestione delle emergenze climatiche in una strategia strutturale e continua, e non in un insieme di interventi emergenziali.
Il paradosso della COP30 ignorata dai media
Tiso richiama inoltre l’attenzione su un elemento simbolico ma significativo: proprio in questi giorni si svolge in Brasile la COP30, uno dei momenti più importanti per i negoziati internazionali sul clima. Eppure – osserva Confeuro – l’evento sta passando quasi inosservato sia dal punto di vista mediatico sia politico.
“È un’occasione mancata per portare la discussione sulla transizione climatica al centro del dibattito nazionale”, conclude Tiso. “Solo attraverso politiche lungimiranti e investimenti strutturali potremo affrontare con responsabilità le sfide che ci attendono.”
Share this content:







