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Manovra 2026, il WWF Italia chiede una svolta verde e lo stop agli sprechi per opere inutili

Manovra 2026 Wwf

Manovra 2026, il WWF Italia chiede una svolta verde e lo stop agli sprechi per opere inutili

Durante l’audizione in Parlamento, l’associazione presenta proposte per una legge di bilancio più equa e sostenibile: dal phase-out dei fossili ai fondi per adattamento e rinaturazione.

Il WWF Italia lancia un appello al Governo: la Manovra 2026 rappresenta un’occasione storica per costruire un’economia della transizione ecologica, ma rischia di diventare l’ennesima opportunità mancata.
Durante l’audizione di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, l’associazione ambientalista ha presentato le proprie osservazioni e proposte di emendamento alla legge di bilancio (AS 1689), chiedendo una “svolta verde” e un uso più equo delle risorse pubbliche.

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Attualmente, solo lo 0,8% della spesa complessiva è destinato a cultura, ambiente e qualità della vita — la quota più bassa tra tutti i comparti.

“Una manovra senza visione”

“Questa legge di bilancio non costruisce il futuro del Paese, ma ne ipoteca il presente”,
dichiara Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia.

L’associazione denuncia tagli alla tutela del territorio, assenza di politiche di adattamento climatico, mancanza di strategie per l’efficienza energetica e sostegno alle fonti fossili, a scapito della sicurezza ambientale e del benessere dei cittadini.

Il nodo delle grandi opere: “Il futuro non passa da un ponte”

Tra le critiche principali, il WWF punta il dito contro i miliardi di euro bloccati per il Ponte sullo Stretto di Messina, ritenuto “simbolo di una politica che guarda al passato”.
Secondo l’associazione, quelle risorse dovrebbero essere reindirizzate verso progetti per la rinaturazione, l’adattamento climatico e la decarbonizzazione — interventi che genererebbero benefici ambientali, economici e sociali di lungo periodo.

“Il futuro dell’Italia non passa da un ponte, ma da un nuovo patto con la natura”, afferma il WWF.


Le proposte del WWF per una manovra sostenibile

Ecco le principali misure avanzate dall’associazione per rendere la Manovra 2026 coerente con gli obiettivi del Green Deal europeo e dell’Agenda 2030:

1. Fondo per il ripristino della natura

Creazione di un fondo pubblico per la rinaturazione e la tutela della biodiversità terrestre e marina, in linea con la Nature Restoration Law europea.

2. Fondo per l’eliminazione dei combustibili fossili

Un piano da 6 miliardi di euro per favorire il phase-out dalle fonti fossili, sostenendo innovazione industriale, mobilità elettrica e efficienza energetica.

3. Fondo nazionale di adattamento climatico

Stanziamento di 3 miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio e attuare il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, anche riducendo i fondi destinati al Ponte sullo Stretto.

4. Riconversione agroecologica della zootecnia

5 milioni di euro l’anno (dal 2026 al 2028) per accompagnare gli allevamenti intensivi verso modelli più sostenibili e a basso impatto ambientale.

5. Stop ai sussidi dannosi per l’ambiente

Eliminazione delle proroghe che rinviano la plastic tax e riducono le accise sul gas naturale, con la piena equiparazione tra gasolio e benzina.

6. Fiscalità verde in agricoltura

Rimodulazione delle aliquote IVA per favorire i prodotti biologici e penalizzare pesticidi e fertilizzanti chimici.

7. Detrazioni energetiche progressive

Aumento delle detrazioni fiscali per riqualificazione energetica delle abitazioni delle famiglie a basso reddito.

8. Sostegno al biologico per madri e bambini

Credito d’imposta fino a 500 euro mensili per famiglie vulnerabili, destinato all’acquisto di prodotti biologici durante la gravidanza e l’infanzia.


Una manovra per il clima e la giustizia sociale

Il WWF chiede inoltre un contributo di solidarietà sui biglietti di prima classe e voli privati, con i proventi destinati al Fondo per la Transizione Industriale e al Fondo Italiano per il Clima.
L’associazione ricorda infine che il Fondo Sociale per il Clima, istituito a livello europeo, non deve essere usato per spese correnti, ma per aiutare le fasce vulnerabili nell’accesso alla transizione ecologica.

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