Mascherine covid abbandonate nel Mugnone: oltre 500 raccolte in un anno a Firenze
cinque anni dall’inizio della pandemia da Covid-19, il torrente Mugnone, che attraversa Firenze, continua a restituire i segni visibili di quel periodo. Tra questi, le mascherine chirurgiche, diventate ormai simbolo di un inquinamento urbano che non accenna a diminuire. Nell’ultimo anno, i volontari della Fondazione Angeli del Bello hanno raccolto oltre 500 mascherine in un solo tratto del corso d’acqua, tra viale Redi e il Parco delle Cascine.
Si tratta della zona più frequentata della città, ma anche una delle più colpite dall’abbandono dei rifiuti. Il dato preoccupa non solo per la quantità in sé, ma per ciò che rappresenta in termini di inquinamento diffuso.
Il rischio ambientale
“Se in un tratto così limitato recuperiamo più di 500 mascherine, significa che migliaia finiscono altrove, nell’Arno e poi in mare. Non è solo un problema estetico: parliamo di un pericolo reale per la fauna e la flora dei corsi d’acqua urbani”, dichiarano i referenti della Fondazione Angeli del Bello.
L’inquinamento da mascherine e altri rifiuti monouso mette a rischio un ecosistema fragile. Il Mugnone, spesso considerato un semplice canale di scolo, è in realtà un ambiente vivo, che ospita anatre, pesci e altri animali acquatici. Ogni oggetto di plastica che finisce in acqua può avere conseguenze gravi e durature sulla biodiversità urbana.
Il lavoro quotidiano dei volontari
Ogni giorno, dalle 7 alle 9 del mattino, tre volontari presidiano le sponde del Mugnone. La domenica, il gruppo si amplia fino a una decina di persone. A questi si aggiungono decine di cittadini e dipendenti di aziende coinvolte nelle giornate speciali di volontariato civico.
Grazie a questo impegno, il torrente viene liberato da rifiuti trasportati dalle piene o scaricati dai comuni a monte. L’intervento non si limita alla rimozione delle mascherine, ma riguarda anche bottiglie, lattine, plastica e altri scarti urbani che si accumulano regolarmente lungo le sponde.
Il Mugnone come spazio naturale da proteggere
Il Mugnone non è solo un corso d’acqua secondario, ma un vero e proprio patrimonio naturale da proteggere. La sua presenza nel tessuto urbano di Firenze rappresenta un’opportunità per riconnettere cittadini e natura, ma solo se viene tutelato con continuità.
Le azioni dei volontari mostrano come l’impegno civico possa avere un impatto concreto, non solo sul decoro urbano ma anche sulla salute dell’ambiente. La sfida resta aperta: trasformare un problema visibile come quello delle mascherine abbandonate in un’occasione per ripensare il nostro rapporto con i rifiuti e con i luoghi che abitiamo.
Fondazione Angeli del Bello
La Fondazione Angeli del Bello opera da quasi 15 anni come presidio attivo per la cura e il decoro di Firenze. Nata per promuovere la cittadinanza attiva, oggi coinvolge centinaia di volontari che lavorano quotidianamente per rendere la città più bella, vivibile e rispettosa dell’ambiente.
Il modello della Fondazione si fonda sulla collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini, dimostrando che la sostenibilità è anche una questione di responsabilità condivisa. Le azioni lungo il Mugnone sono solo un esempio di come l’impegno collettivo possa generare un cambiamento concreto e duraturo.
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