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Microplastiche scoperte anche nella catena alimentare antartica

Microplastiche scoperte anche nella catena alimentare antartica

Le microplastiche non risparmiano nemmeno gli ambienti più isolati del pianeta. Una ricerca condotta dall’Università del Kentucky e dall’Università di Modena e Reggio Emilia ha rilevato per la prima volta frammenti di plastica nel tratto digestivo del Belgica antarctica, unico insetto endemico dell’Antartide e specie fondamentale per il ciclo dei nutrienti del suolo. Secondo Elisa Bergami, ecologista dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “l’ingestione di microplastica, pur limitata al 7% degli esemplari, dimostra che la plastica raggiunge i suoli antartici”.

Esperimenti sulle larve

Per comprendere gli effetti delle microplastiche, i ricercatori hanno esposto le larve di B. antarctica a microsfere di polietilene per dieci giorni. Le larve hanno ingerito particelle solo a concentrazioni elevate, senza variazioni significative nella sopravvivenza o nel metabolismo. Carboidrati e proteine sono rimasti stabili, mentre i lipidi hanno mostrato una leggera diminuzione con maggior presenza di plastica. Gli effetti a lungo termine restano però incerti e richiedono ulteriori studi.

Microplastiche in larve raccolte in Antartide

I ricercatori hanno analizzato larve provenienti da 13 isole antartiche usando due tecniche di imaging. Solo 2 su 29 larve (7%) presentavano frammenti di plastica, confermando che l’ingestione è ancora rara. Tuttavia, i risultati dimostrano che le microplastiche possono entrare nella catena alimentare antartica, rappresentando un potenziale rischio per l’ecosistema terrestre.

Implicazioni per l’ecosistema antartico

Il moscerino antartico svolge un ruolo chiave nel ciclo dei nutrienti del suolo. Qualsiasi alterazione della sua fisiologia potrebbe influire sull’equilibrio degli ecosistemi terrestri. Le microplastiche raggiungono l’Antartide attraverso trasporto marittimo, turismo, attività scientifiche e altre pressioni antropiche. Lo studio evidenzia come nemmeno le aree più isolate siano immuni all’inquinamento globale e sottolinea l’urgenza di approfondire gli effetti a lungo termine sulle specie locali e sulla catena alimentare.

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