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Microplastiche negli ambienti domestici: fino a 68mila particelle inalate ogni giorno

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Microplastiche negli ambienti domestici: fino a 68mila particelle inalate ogni giorno

Trascorriamo circa il 90% della nostra vita in spazi chiusi, come case, uffici e automobili. Tuttavia, raramente ci soffermiamo a riflettere sulla qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno in questi ambienti. Secondo un nuovo studio condotto in Francia, proprio questi luoghi possono nascondere una minaccia invisibile e sottovalutata: le microplastiche.

Esposizione sorprendente

Pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One, lo studio realizzato dai ricercatori dell’Université de Toulouse ha stimato che ogni persona potrebbe inalare fino a 68.000 particelle di microplastica al giorno. Questo dato è fino a cento volte superiore rispetto alle stime precedenti, suggerendo un’esposizione molto più seria e diffusa di quanto si pensasse.

Particelle invisibili

I ricercatori hanno utilizzato una tecnica innovativa, la spettroscopia Raman, per rilevare microplastiche con dimensioni comprese tra 1 e 10 micrometri. Si tratta di particelle estremamente piccole, più sottili di un capello umano, capaci di penetrare profondamente nel sistema respiratorio. Oltre il 90% delle particelle rilevate nello studio rientrava in questa fascia dimensionale.

Problema domestico

A differenza di quanto si potrebbe immaginare, le microplastiche presenti nell’aria indoor non provengono da ambienti industriali o marini, ma dagli oggetti che ci circondano quotidianamente. Tappeti, tessuti, mobili, tende e persino i vestiti rilasciano costantemente particelle nell’aria. Particolarmente critici si sono rivelati gli interni delle automobili, dove materiali plastici si degradano più facilmente a causa del calore e dell’attrito.

Effetti sulla salute e rischi a lungo termine

L’inalazione di microplastiche può causare irritazioni e infiammazioni alle vie respiratorie. Ma i rischi non si fermano qui. Queste particelle possono trasportare sostanze tossiche come bisfenolo A e ftalati, noti per i loro effetti negativi sul sistema endocrino e sullo sviluppo neurologico. Gli scienziati temono anche un possibile legame con infertilità, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori.

Verso nuove norme per la qualità dell’aria indoor

Gli autori dello studio sottolineano la necessità di aumentare la consapevolezza pubblica e istituzionale su questo tema emergente. L’obiettivo è spingere verso regolamenti più severi per la qualità dell’aria interna e stimolare l’adozione di materiali meno pericolosi negli oggetti di uso quotidiano. Solo con interventi mirati sarà possibile ridurre l’esposizione quotidiana a questi contaminanti invisibili.

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