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Microplastiche nei fluidi riproduttivi umani: un rischio per la fertilità

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Microplastiche nei fluidi riproduttivi umani: un rischio per la fertilità

Le microplastiche, particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, sono ormai ubiquitarie nell’ambiente e negli organismi viventi. Recentemente, è emersa una scoperta preoccupante: la presenza di microplastiche anche nei fluidi riproduttivi umani. Questo ha sollevato interrogativi tra gli esperti circa i potenziali effetti sulla salute riproduttiva e sulla fertilità. Un’importante ricerca presentata al 41esimo Congresso della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE 2025) ha rivelato la contaminazione da microplastiche nel fluido follicolare femminile e nel liquido seminale maschile.

Lo studio

Lo studio, condotto dal team di Emilio Gomez-Sanchez, è stato presentato a Parigi durante il Congresso ESHRE, uno degli eventi più importanti nel campo della riproduzione assistita. I ricercatori hanno analizzato il fluido follicolare di 29 donne e il liquido seminale di 22 uomini, scoprendo che le microplastiche erano presenti in oltre due terzi dei campioni femminili e in più della metà di quelli maschili.

Polimeri identificati nel fluido follicolare e seminale

Nel dettaglio, i ricercatori hanno identificato una gamma di polimeri comuni nei fluidi riproduttivi, tra cui:

PTFE (politetrafluoroetilene)

PS (polistirene)

PE (polietilene)

PET (polietilene tereftalato)

PA (poliammide)

PP (polipropilene)

PU (poliuretano)

Questi polimeri, noti per il loro uso quotidiano in vari prodotti di plastica, sono stati riscontrati in percentuali rilevanti sia nel fluido follicolare che nel liquido seminale, sollevando preoccupazioni sulla loro potenziale influenza sulla fertilità umana.

Rischi per la fertilità

Sebbene lo studio non abbia valutato direttamente l’impatto delle microplastiche sulla fertilità, il fatto che esse possano accumularsi nei tessuti e causare infiammazione, danni al DNA e alterazioni endocrine è un aspetto che merita attenzione. Gli studi sugli animali suggeriscono che le microplastiche potrebbero compromettere la qualità degli ovociti e degli spermatozoi, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi effetti negli esseri umani.

Come ridurre l’esposizione alle microplastiche

Gli esperti consigliano di adottare misure preventive per limitare l’esposizione alle microplastiche. Alcuni suggerimenti includono:

Uso di contenitori di vetro per conservare e riscaldare gli alimenti, evitando così il contatto con plastiche riscaldate.

Limitare il consumo di acqua da bottiglie di plastica, preferendo alternative come contenitori in acciaio o vetro.

Evita il più possibile l’uso di plastica monouso, optando per prodotti ecologici e sostenibili.

Il parere degli esperti

Carlos Calhaz-Jorge, ex presidente dell’ESHRE, ha sottolineato che l’influenza dei fattori ambientali sulla riproduzione è un tema complesso e difficile da misurare. Tuttavia, la scoperta di microplastiche nei fluidi riproduttivi umani aggiunge un ulteriore argomento a favore di un approccio più prudente nei confronti dell’uso della plastica quotidiana.

Gli esperti invitano a non allarmarsi, sottolineando che le microplastiche rappresentano solo uno dei numerosi fattori che possono influenzare la fertilità, ma suggeriscono di prendere in considerazione modalità di vita più sostenibili per la salute individuale e per l’ambiente.

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