Microplastiche nei laghi: il ruolo strategico delle foreste come filtro naturale
Uno studio condotto da ENEA e ARPAE Emilia-Romagna, con il supporto di Romagna Acque, ha dimostrato che le foreste possono svolgere un ruolo strategico nel limitare la diffusione delle microplastiche nei laghi. L’indagine, realizzata nell’invaso di Ridracoli (Forlì-Cesena), ha rilevato concentrazioni di microplastiche tra le più basse d’Italia: solo 0,02-0,04 particelle per metro cubo, contro valori medi di 13 Mp/m³ nei laghi di Bracciano e Trasimeno.
Questi risultati sono attribuiti alla posizione del bacino all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, dove la presenza di fitte foreste agisce da filtro naturale. Le chiome e i suoli forestali intercettano e trattengono le microplastiche, soprattutto le microfibre trasportate dall’aria, impedendone l’arrivo diretto nelle acque lacustri. Nei campioni di Ridracoli, infatti, non sono state trovate fibre, a differenza di altri laghi italiani.
Le analisi hanno identificato 15 tipi diversi di polimeri, prevalentemente polietilene e polipropilene, materiali comuni nei prodotti di consumo quotidiano. Studi paralleli hanno confermato che le foreste catturano microfibre dall’atmosfera, che poi vengono bloccate nei suoli grazie alla caduta delle foglie e alle piogge, riducendo così la contaminazione delle acque dolci.
Il progetto europeo Life Blue Lakes, coordinato da Legambiente e ENEA, sta sviluppando protocolli di monitoraggio e buone pratiche per prevenire e ridurre la presenza di microplastiche nei laghi, coinvolgendo istituzioni, ricercatori e cittadini. Queste iniziative sono fondamentali per la tutela delle risorse idriche e per la salvaguardia degli ecosistemi lacustri, evidenziando l’importanza delle foreste come alleate naturali contro l’inquinamento da microplastiche.
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