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Microplastiche nel latte e nei formaggi: allarme da uno studio italiano

Microplastiche nel latte e nei formaggi: allarme da uno studio italiano

La consapevolezza globale sull’inquinamento da plastica ha portato a nuove indagini scientifiche anche in ambito alimentare. Un recente studio condotto dall’Università di Padova, pubblicato sulla rivista NPJ Science of Food, ha rivelato la presenza diffusa di microplastiche in latte e formaggi acquistati comunemente nei supermercati italiani.

I dettagli dello studio

I ricercatori hanno analizzato 28 campioni di prodotti lattiero-caseari, tra cui latte confezionato, formaggi freschi e stagionati. Le analisi sono state effettuate in una camera pulita di classe 7, per evitare contaminazioni esterne. Tutti gli strumenti utilizzati erano in vetro, lavati accuratamente per garantire l’affidabilità dei risultati.

Attraverso l’uso di un microscopio a infrarossi, ogni particella sospetta è stata identificata e catalogata.

Cosa è stato trovato nei prodotti lattiero-caseari

I risultati sono stati sorprendenti: 26 campioni su 28 contenevano microplastiche. I materiali più comuni individuati sono:

PET (polietilene tereftalato), usato in bottiglie e imballaggi alimentari

Polietilene

Polipropilene

Nel latte confezionato sono state rilevate circa 350 particelle per chilogrammo. Nei formaggi freschi il valore medio era superiore a 1.200 particelle per chilogrammo, mentre nei formaggi stagionati ha raggiunto quasi le 1.900 particelle per chilogrammo.

Perché formaggi e latte sono contaminati

La lavorazione dei prodotti lattiero-caseari sembra giocare un ruolo fondamentale nella concentrazione delle microplastiche. Taglio, pressatura, maturazione e confezionamento sono tutte fasi in cui può avvenire il trasferimento di particelle plastiche. Le fonti non si limitano agli imballaggi esterni: anche superfici, guarnizioni e impianti all’interno delle aziende possono contribuire alla contaminazione.

La maggior parte delle particelle rilevate ha una dimensione inferiore a 150 micrometri, molte delle quali di colore grigio e forma irregolare.

I rischi per la salute

Sebbene lo studio abbia accertato la presenza di microplastiche nei prodotti analizzati, non ha ancora fornito risposte definitive riguardo alle conseguenze per la salute umana. Resta da chiarire se queste particelle vengano effettivamente assorbite dall’organismo, se si accumulino nei tessuti e in che modo possano interagire con il sistema biologico.

Gli esperti sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno i potenziali rischi.

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