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Dalle nuvole al nostro corpo: le microplastiche sono ovunque

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Dalle nuvole al nostro corpo: le microplastiche sono ovunque

Le microplastiche sono ormai ovunque: nei mari, nei fiumi, nell’aria che respiriamo, nel cibo che mangiamo e persino nel nostro sangue e nella placenta. Queste minuscole particelle, con dimensioni tra 0,1 micrometri e 5 millimetri, derivano dalla degradazione di rifiuti plastici, cosmetici, abbigliamento e processi industriali. La loro presenza è stata rilevata anche in luoghi insospettabili come le nuvole e i terreni agricoli, contaminando la catena alimentare e mettendo a rischio la salute umana e degli ecosistemi.



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Effetti sulla salute: un rischio ancora sottovalutato

Le microplastiche possono entrare nel nostro organismo attraverso il cibo, l’acqua potabile e l’aria. Studi recenti hanno dimostrato che queste particelle possono accumularsi negli organi, causando infiammazioni, alterazioni ormonali e danni cellulari. In particolare, sono stati osservati:

  • Danni alle cellule umane, fino alla morte cellulare e a risposte allergiche.
  • Aumento dello stress ossidativo, che accelera l’invecchiamento e compromette la funzione mitocondriale
  • Possibili effetti sulla salute riproduttiva e sul sistema immunitario.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato l’urgenza di approfondire la ricerca sugli effetti delle microplastiche, poiché la loro presenza è ormai ubiquitaria e i rischi a lungo termine sono ancora poco noti.

Le nuove frontiere della lotta alle microplastiche

1. Regolamentazioni Europee: Un Giro di Vite

Dal 2023, l’Unione Europea ha introdotto nuove restrizioni sulle microplastiche aggiunte intenzionalmente a prodotti come cosmetici, detergenti e materiali per superfici sportive artificiali. L’obiettivo è ridurre del 30% l’inquinamento da microplastiche entro il 2030, impedendo il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di queste particelle. Le prime misure, come il divieto di glitter e microsfere, sono già in vigore, mentre altre entreranno gradualmente nei prossimi anni.

2. Innovazione: Dalla Plastica Biodegradabile alle Spugne “Mangia-Microplastiche”

  • Plastica biodegradabile: Un team giapponese ha sviluppato una nuova plastica che si decompone in soli 10 giorni senza generare microplastiche, offrendo una speranza concreta per ridurre l’inquinamento futuro.
  • Spugne assorbi-microplastiche: Ricercatori cinesi hanno creato spugne leggere e biodegradabili a base di amido e gelatina, capaci di rimuovere fino al 90% delle micro e nano-plastiche presenti nell’acqua, grazie a una struttura porosa che intrappola anche le particelle più piccole2.
  • Ultrasuoni per la raccolta: In Giappone, una tecnologia a ultrasuoni permette di concentrare e raccogliere le microplastiche dall’acqua con un’efficienza superiore del 100% rispetto ai metodi tradizionali, facilitando la bonifica di fiumi e mari.

Cosa Possiamo Fare?

Oltre alle soluzioni tecnologiche e alle nuove normative, la prevenzione resta fondamentale. Ridurre l’uso di plastica monouso, scegliere prodotti senza microplastiche aggiunte e promuovere il riciclo sono azioni concrete che ognuno di noi può adottare per limitare la diffusione di queste particelle invisibili ma pericolose.

Le microplastiche rappresentano una delle sfide ambientali e sanitarie più insidiose del nostro tempo: invisibili, persistenti e capaci di entrare nella nostra vita quotidiana in modi inaspettati. Solo con un approccio integrato tra innovazione, regolamentazione e consapevolezza collettiva potremo davvero affrontare questo nemico silenzioso

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