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Mobilità e ambiente: associazioni accelerano per “Città30”

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Mobilità e ambiente: associazioni accelerano per “Città30”

Tutela dell’ambiente, mobilità e sicurezza stradale: le associazioni spingono sull’acceleratore per l’obiettivo Città30. La piattaforma #Città30Subito assume una netta posizione contraria all’indirizzo del ministro del dei Trasporti, Matteo Salvini “per dire basta alla vergognosa strage quotidiana che si consuma sulle nostre strade. Qualità della vita e sicurezza delle persone devono rappresentare i pilastri decisionali in materia di mobilità”.

Città30 modello da estendere in tutta Italia

“Il modello Città 30 va inteso come naturale evoluzione delle zone 30 che da decenni esistono e funzionano in molti centri storici e zone residenziali in tutta Italia”. Lo affermano nella nota Legambiente, Fiab-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada.

Sima: riduzione velocità ha forte impatto su ambiente

La riduzione dei limiti di velocità ha, inoltre, un impatto significativo anche sul clima. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), infatti, una riduzione della velocità limite dei veicoli sulle strade urbane avrebbe senza dubbio effetti positivi sul fronte dell’inquinamento atmosferico.

In particolare, si riducono non solo le quantità di CO2, ma anche quelle di altre inquinanti rilasciati dalle autovetture, quali ossidi di azoto e particolato (PM) dei veicoli diesel. Vale la pena ricordare che il settore del traffico veicolare privato incide in media per il 23% sull’inquinamento atmosferico delle nostre città, e contribuisce alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e alle emissioni di particolato per circa il 13%.

I vantaggi per mobilità e ambiente con “Città30”

Le associazioni manifestano quindi il loro “sostegno a favore di tutti i Comuni in cui la trasformazione è già iniziata (da Olbia a Cesena, da Treviso a Bologna ai comuni del litorale teramano per oltre 45 chilometri tra Martinsicuro e Silvi) o in cui il dibattito è aperto. Lo fanno, ribadendo che questa non né ideologia né anarchia viabilistica. La Città 30 è un modello che si rende ormai improcrastinabile a causa della continua emergenza sulle nostre strade dove velocità, distrazione e mancata precedenza ai pedoni, sono i fattori che causano il 55% dei morti in ambito urbano”. Per mobilità e ambiente, dunque, estendere il progetto “Città30” sarebbe determinante.

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