Stop Fossili, Start Rinnovabili: sabato la mobilitazione per il clima di Legambiente
Nonostante la crescente consapevolezza sui danni provocati dalla crisi climatica, l’Italia continua a puntare sulle fonti fossili. È quanto emerge dalla mappa “Italia Fossile” diffusa da Legambiente, che ha analizzato i dati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Ad aprile 2025 risultano ben 192 progetti legati al gas e ad altre fonti fossili in attesa di valutazione. Si tratta di un dato allarmante, in aumento rispetto alla precedente rilevazione di fine 2023.
Il paradosso italiano è evidente: mentre l’Unione Europea chiede un’accelerazione sulla decarbonizzazione e la transizione energetica, il nostro Paese legittima nuovi impianti a gas, rigassificatori e persino ipotesi di ritorno al nucleare. Un orientamento che stride con la necessità di ridurre rapidamente le emissioni climalteranti e affrancarsi dalla dipendenza energetica estera, che negli ultimi anni ha fatto schizzare i costi delle bollette.
Un’Italia fossilizzata: i numeri del ritardo
Il quadro tracciato da Legambiente mostra un’Italia ancora profondamente legata a infrastrutture del passato. Tra centrali a gas, gasdotti, impianti di stoccaggio e concessioni per la ricerca di idrocarburi, la mappa evidenzia come la strategia energetica nazionale stia rallentando la vera transizione ecologica.
In particolare, l’Emilia-Romagna si conferma la regione con il maggior numero di progetti fossili in attesa di autorizzazione. Seguono Lombardia, Sicilia, Puglia e altre regioni del Centro-Sud. Solo la Valle d’Aosta, al momento, risulta priva di progetti in valutazione. Questo scenario delinea una geografia energetica anacronistica, fatta di investimenti che guardano al passato più che al futuro.
“Stop Fossili, Start Rinnovabili”
In risposta a queste scelte politiche, il 14 giugno 2025 si terrà in tutta Italia una nuova giornata di mobilitazione nazionale, promossa da Legambiente e dalla rete “Per il Clima, Fuori dal Fossile”. Lo slogan è chiaro: “Stop Fossili, Start Rinnovabili”.
L’iniziativa si svolgerà alla vigilia della Giornata mondiale del Vento, un’occasione simbolica per rilanciare l’urgenza di puntare sulle energie rinnovabili come eolico e fotovoltaico. Le manifestazioni coinvolgeranno luoghi emblematici della “Italia fossile”, come il deposito ENI di Calenzano (dove nel 2024 un incidente ha causato la morte di cinque operai), la centrale a carbone Enel di Brindisi, i cantieri dei gasdotti che attraversano l’Appennino e i territori minacciati da nuovi impianti.
In queste località cittadini, comitati, giovani e attivisti si ritroveranno per protestare pacificamente e ribadire che l’unica strada sostenibile è quella delle energie pulite. La presenza delle nuove generazioni sarà ancora una volta protagonista, con una forte componente under 35 che chiede al governo scelte più coraggiose e lungimiranti.
Un appello per sbloccare davvero la transizione
A guidare l’appello della mobilitazione è Legambiente, che chiede al Governo italiano di smettere di ostacolare lo sviluppo delle rinnovabili. Il presidente Stefano Ciafani ha evidenziato come da un lato si rilanci il gas e il nucleare, mentre dall’altro si pongano vincoli burocratici e culturali allo sviluppo di impianti eolici e fotovoltaici.
Le critiche riguardano anche il recente decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, ritenuto troppo vago e lasciato alla discrezionalità delle Regioni, e il DL agricoltura, che introduce un divieto generalizzato al fotovoltaico a terra. Secondo Legambiente, servono investimenti strutturali su accumuli, reti intelligenti e processi autorizzativi più rapidi, in particolare da parte del Ministero della Cultura, spesso indicato come uno dei principali ostacoli allo sviluppo degli impianti green.
Una campagna per cambiare il cambiamento climatico
La mobilitazione del 14 giugno si inserisce all’interno della campagna #ChangeClimateChange, lanciata da Legambiente per costruire un fronte comune di cittadini, amministrazioni locali e organizzazioni che vogliono davvero accelerare la transizione.
In un’Italia ancora troppo legata alle fonti fossili, il messaggio è chiaro: il tempo delle scelte simboliche è finito. Serve una rottura con il passato e un impegno concreto per costruire un futuro energetico pulito, equo e sostenibile.
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