Piano di contenimento fauna selvatica in Molise: la LAV invia diffida alla Regione
La Lega Anti Vivisezione (LAV) ha inviato una diffida alla Regione Molise chiedendo di bloccare il piano straordinario di contenimento della fauna selvatica. Secondo l’associazione, il piano non rispetta la normativa nazionale che impone criteri precisi per l’uccisione di animali selvatici, come limiti numerici, periodi di abbattimento e relazioni giustificative sui danni causati dalla fauna.
Mancanza di limiti e pareri tecnici
Il piano regionale non stabilisce il numero massimo di animali da abbattere né i periodi consentiti. Non è presente una relazione che giustifichi le uccisioni e non è stato richiesto il parere di ISPRA, l’istituto nazionale obbligatorio per la gestione di piani faunistici. Secondo la LAV, questa mancanza rende il piano illegittimo e pericoloso per diverse specie, tra cui cinghiali, daini, cervi, caprioli, nutrie, conigli selvatici, istrici, tassi, volpi e diverse specie di uccelli.
Alternative non cruente e tutela costituzionale
Massimo Vitturi, responsabile LAV per la fauna selvatica, sottolinea che il piano non approfondisce le misure alternative non cruente per la gestione della fauna, come recinzioni, dissuasori o interventi ecologici. Uccidere animali in violazione della normativa nazionale rappresenta una grave violazione del diritto e dell’articolo 9 della Costituzione, oltre a comportare un depauperamento del patrimonio indisponibile dello Stato costituito dalla fauna selvatica.
Precedenti giudiziari e richieste alla Regione
La LAV ricorda il caso della Provincia di Bolzano del 2018, quando l’allora presidente fu condannato al pagamento di quasi un milione di euro per aver autorizzato uccisioni illegali di animali selvatici. Vitturi invita il Presidente Roberti a cancellare immediatamente il piano e a incentivare metodi non cruenti per garantire la convivenza con la fauna selvatica.
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