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Mondiale per Club interrotto dai fulmini: la crisi climatica entra in campo

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Mondiale per Club interrotto dai fulmini: la crisi climatica entra in campo

Le immagini parlano da sole: spalti evacuati, arbitri costretti a fermare il gioco per ore, cieli sereni che in pochi minuti si trasformano in minaccia. Il Mondiale per Club 2025, ospitato negli Stati Uniti, è diventato una cartolina in tempo reale della crisi climatica in corso. E non è solo una questione di calcio.

Fulmini, nubifragi e nuove regole

Le sospensioni delle partite sono ormai routine. Bastano 30 secondi tra un lampo e il tuono per far scattare protocolli obbligatori di evacuazione e stop al gioco. È la cosiddetta regola “flash-to-bang”, adottata per proteggere atleti e spettatori dai rischi dei fulmini, sempre più frequenti e improvvisi anche in aree dove prima erano rari.

Secondo i dati del National Weather Service, la stagione estiva 2025 ha registrato un’impennata di fenomeni meteorologici estremi. Le città ospitanti – come Philadelphia e Pasadena – si sono ritrovate a fronteggiare heatwave record e temporali tropicali fuori scala. Eventi che fino a pochi anni fa erano impensabili a quelle latitudini e in quel periodo dell’anno.



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Il cambiamento climatico si gioca anche negli stadi

Quello che sta accadendo sui campi da gioco è solo la punta dell’iceberg. Il riscaldamento globale non è più un futuro da temere, ma un presente da gestire. E lo sport, che vive di programmazione, calendari rigidi e spettacolo globale, sta sperimentando in prima linea quanto sia fragile l’equilibrio su cui si basano i grandi eventi.

Non è un caso che il Mondiale per Club 2025 stia facendo emergere nuove domande:

  • Come garantire la sicurezza dei presenti in un clima sempre più instabile?
  • Qual è il vero impatto ambientale di un torneo internazionale itinerante?
  • I protocolli meteo sono sufficienti a fronteggiare ciò che ci attende nei prossimi anni?

Verso uno sport più sostenibile

L’interruzione delle partite per maltempo non è più un’eccezione, ma un possibile nuovo standard. Serve ripensare non solo le strategie logistiche, ma anche le politiche ambientali che regolano i grandi eventi sportivi.

Alcune federazioni, come la FIFA, iniziano a considerare impatti ambientali e scenari climatici nelle scelte organizzative. Ma è abbastanza? O stiamo solo adattando il gioco a un campo che si sta sgretolando sotto i nostri piedi?

Il fischio d’inizio del cambiamento

Il Mondiale per Club 2025 sta segnando un punto di svolta. Non solo nel calcio, ma nella consapevolezza globale che il clima è diventato un attore protagonista. E finché non lo affronteremo con la stessa determinazione con cui affrontiamo una finale, continueremo a giocare in difesa.

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