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Ondate di calore, allarme povertà climatica. Legambiente: A Roma picchi di 68 gradi al suolo

Ondate di calore, allarme povertà climatica. Legambiente: A Roma picchi di 68 gradi al suolo

L’estate sta portato con sé una nuova ondata di caldo estremo nelle città italiane. Il Ministero della Salute ha già emesso 21 bollettini di allerta, con 23 giorni caratterizzati da un livello massimo di rischio (livello 3). Dieci città – Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Roma e Torino – hanno subito i disagi di temperature record, con i quartieri più densamente abitati che si trovano a fare i conti con un caldo insopportabile. Ma oltre ai disagi quotidiani, esiste una realtà ancora più preoccupante: la cooling poverty, una forma di povertà energetica che minaccia la salute e il benessere dei più vulnerabili.



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La cooling poverty

La cooling poverty è la condizione che vede milioni di persone, specialmente nelle periferie urbane e nei quartieri a basso reddito, incapaci di accedere a soluzioni di raffrescamento efficaci, come impianti di aria condizionata o spazi verdi. La mancanza di infrastrutture adeguate, come parchi, ombreggiature e servizi di raffrescamento, rende queste aree molto più vulnerabili agli effetti del caldo estremo. Questi quartieri diventano veri e propri forni urbani, dove le temperature al suolo possono raggiungere livelli letali.

Dati allarmanti

Nel 2024, l’Italia ha registrato un numero preoccupante di bollettini rossi, con ben 359 avvisi di livello massimo (livello 3). Secondo il Ministero della Salute, la mortalità nelle fasce più anziane (oltre 85 anni) è aumentata significativamente, con un +9% nel Centro-Sud e un +8% nel Nord. Le ondate di calore hanno avuto un impatto devastante sulla salute dei cittadini, specialmente nelle aree più fragili dal punto di vista socioeconomico.

La denuncia di Legambiente

Legambiente ha lanciato la campagna “Che caldo che fa!” per sensibilizzare sulla cooling poverty e chiedere soluzioni urgenti per le città italiane. Sostenuta dal Banco dell’Energia, la campagna ha già raggiunto diverse città, tra cui Roma, Napoli, Bologna, Milano e Palermo. L’obiettivo è porre l’accento su quei quartieri dove la carenza di spazi verdi, infrastrutture e servizi adeguati rende il caldo insostenibile.

Monitoraggio e risultati

Durante la campagna, Legambiente ha realizzato termografie in due quartieri simbolo di Roma: Garbatella e Don Bosco. I dati sono allarmanti: le temperature medie sono state rispettivamente di 35,4°C e 37,9°C, con picchi che hanno raggiunto i 68°C in alcune zone, come le piste ciclabili a Don Bosco. Differenze enormi di temperatura sono state rilevate tra le zone ombreggiate e quelle esposte al sole, con un divario di fino a 24°C.

Città più fresche e giuste

Legambiente propone una serie di interventi per mitigare l’effetto delle ondate di calore, a partire dalla rigenerazione urbana. Più parchi, più aree verdi e una maggiore presenza di infrastrutture blu (come fontane e sistemi di raffrescamento naturale) sono fondamentali per contrastare il caldo estremo nelle città. Le modifiche al Regolamento Edilizio, con l’introduzione di superfici permeabili nei nuovi edifici, sono altrettanto cruciali.

La campagna richiede anche interventi a favore delle fasce di popolazione più vulnerabili: anziani, persone con problemi di salute e famiglie a basso reddito. L’attivazione di servizi di allerta e di supporto sanitario per le ondate di calore può prevenire le morti e i danni alla salute causati dall’eccessivo caldo.

La situazione a Roma

Roma è tra le città più colpite dal fenomeno delle isole di calore, con un aumento della temperatura media di 3,1°C rispetto al periodo 1971-2000. Alcune zone, come il quadrante est, subiscono un divario termico di 6,5°C rispetto alle aree centrali grazie alla presenza di aree verdi. Non solo: gli eventi meteo estremi a Roma sono in aumento, con ben 89 episodi dal 2015 al 2024.

A Roma, Legambiente chiede misure urgenti in zone come Piazza San Giovanni Bosco, dove la mancanza di ombreggiatura e la presenza di superfici asfaltate causano un incremento delle temperature. I parcheggi pubblici e le fermate del trasporto pubblico necessitano di coperture adatte per proteggere i cittadini dal caldo eccessivo.

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