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Overshoot Day, Italia in debito con la Terra: già esaurite le risorse del 2025

Overshoot Day

Overshoot Day, Italia in debito con la Terra: già esaurite le risorse del 2025

Il 6 maggio 2025 segna l’Overshoot Day italiano, la data in cui, secondo il Global Footprint Network, l’Italia ha già consumato tutte le risorse naturali che il Pianeta può rigenerare in un anno. Se tutta l’umanità vivesse come gli italiani, da oggi inizieremmo a utilizzare le risorse “previste” per il 2026, entrando in una pericolosa fase di debito ecologico. Il WWF, attraverso la campagna Our Future, avverte: “Non possiamo continuare a ignorare il senso del limite. Cambiare è un dovere, non un’opzione”.

Cosa misura l’Overshoot Day

L’Overshoot Day nazionale è una proiezione simbolica che mostra il giorno dell’anno in cui l’umanità esaurirebbe le risorse se tutti vivessero come gli abitanti di un determinato Paese. Dopo questa data, si inizia a consumare più di quanto la Terra può rigenerare, minando le basi del nostro futuro. Nel caso dell’Italia, ciò significa che già oggi viviamo a spese delle generazioni future, con un’impronta ecologica che richiederebbe quasi 3 Pianeti per essere sostenibile a livello globale.

I numeri dell’insostenibilità

Secondo il report gli italiani hanno a disposizione solo 1 ettaro globale pro capite, ma ne consumano come se ne avessero almeno 3. Se tutti vivessero invece come gli statunitensi, servirebbero 5 Pianeti. Il Deficit Day nazionale (ovvero l’esaurimento delle risorse prodotte sul territorio) è caduto il 23 marzo, ben prima della metà dell’anno. “È come spendere tutto il proprio stipendio annuale nei primi mesi dell’anno e indebitarsi per il resto”, commenta Eva Alessi del WWF Italia.

Diseguaglianze nei consumi

Uno studio pubblicato su Nature alla fine del 2024 mostra che Il 10% più ricco della popolazione mondiale è responsabile del 43% delle emissioni di CO₂, del 18,5% del consumo di acqua dolce e di oltre il 25% del rilascio di azoto e fosforo. Il 10% più povero incide per meno del 5% sugli stessi indicatori. Questo significa che non è il consumo in sé a essere il problema, ma il consumo eccessivo delle fasce più agiate della popolazione.

Quali sono le soluzioni?

Il WWF e gli scienziati indicano alcune azioni prioritarie per ridurre l’impronta ecologica:

Cambiare dieta, riducendo il consumo di alimenti di origine animale.

Tagliare gli sprechi, in particolare energetici e alimentari.

Migliorare l’efficienza energetica e passare alle fonti rinnovabili.

Promuovere l’economia circolare e tutelare gli habitat naturali.

Se il 20% dei consumatori più ricchi adottasse stili di vita più sostenibili, si potrebbe ridurre la pressione ambientale globale del 53%, riportando il Pianeta entro i limiti critici.

Cambiamento possibile

L’Italia, come altri Paesi sviluppati, ha ancora la possibilità di invertire la rotta, ma il tempo per farlo sta rapidamente scadendo. Una transizione verso modelli più sostenibili ed equi non è solo urgente: è indispensabile per garantire un futuro vivibile. La crisi ecologica globale non si combatte solo con tecnologie e leggi, ma anche e soprattutto con un cambiamento culturale profondo. Il 6 maggio ci ricorda che ogni giorno perso è un passo in più verso l’insostenibilità.

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