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Lo strato di ozono si sta riprendendo, ma potrebbe contribuire al riscaldamento globale

buco ozono

Lo strato di ozono si sta riprendendo, ma potrebbe contribuire al riscaldamento globale

Da diversi anni la comunità scientifica monitora con attenzione l’evoluzione dello strato di ozono nella stratosfera. I dati più recenti indicano che questo strato protettivo dell’atmosfera sta lentamente tornando a livelli più stabili, dopo decenni di deterioramento dovuti all’utilizzo massiccio di sostanze chimiche nocive come i Cfc e gli Hcfc. Il recupero è una diretta conseguenza del Protocollo di Montreal del 1989, firmato da 197 Paesi, che ha imposto restrizioni severe sull’uso di queste sostanze.

Questo miglioramento rappresenta una buona notizia per la salute pubblica e per l’ambiente. Lo strato di ozono svolge infatti un ruolo cruciale nel filtrare le radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole, che possono provocare danni gravi agli organismi viventi, compresi tumori della pelle nell’uomo e problemi alla vista negli animali.

Ozono come gas serra

Tuttavia, uno studio pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics mette in evidenza un possibile effetto collaterale inatteso del risanamento dello strato di ozono. Secondo le simulazioni condotte da un team di ricercatori guidato da Bill Collins dell’Università di Reading, la ricostituzione dello strato potrebbe contribuire a un incremento del riscaldamento globale fino al 40 per cento in più rispetto alle stime precedenti.

Il motivo è duplice. Da un lato, l’ozono stesso è un gas serra, capace di intrappolare calore nell’atmosfera. Dall’altro, la riduzione delle sostanze che danneggiano l’ozono ha effetti sulla composizione chimica dell’atmosfera, alterando gli equilibri energetici del pianeta.

Scenari futuri entro il 2050

I modelli computazionali utilizzati nello studio simulano uno scenario in cui le politiche ambientali sono parzialmente efficaci: vengono eliminate le sostanze più dannose per l’ozono, ma persistono altre fonti di inquinamento atmosferico. In questo contesto, si prevede un’accelerazione del riscaldamento globale legata sia alla maggiore presenza di ozono nella stratosfera, sia all’accumulo di precursori dell’ozono nella troposfera, la fascia più bassa dell’atmosfera.

Questi precursori, provenienti principalmente da attività antropiche come traffico veicolare e produzione industriale, contribuiscono a formare ozono a bassa quota, dove il suo effetto serra è particolarmente marcato.

Politiche climatiche

Nonostante l’effetto potenzialmente negativo sul riscaldamento globale, proteggere lo strato di ozono resta una priorità. I benefici in termini di salute pubblica e tutela della biodiversità sono ampiamente documentati. Per esempio, un recente studio del 2024 pubblicato su Global Change Biology ha evidenziato il rischio per le specie animali dell’Antartide esposte a radiazioni ultraviolette in assenza di una protezione adeguata.

La nuova sfida, però, consiste nell’integrare questa consapevolezza nei modelli climatici e nelle strategie di mitigazione. Le politiche ambientali dovranno evolversi per tenere conto non solo dei benefici del recupero dell’ozono, ma anche delle sue implicazioni sul bilancio energetico del pianeta.

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