Riforma PAC, associazioni in piazza a Bruxelles contro tagli e deregolarizzazione
La proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) presentata dalla Commissione europea nel mese di luglio ha scatenato una forte mobilitazione, culminata con la protesta di piazza andata in scena oggi a Bruxelles. Associazioni italiane (ACU – Associazione Consumatori Utenti; AIDA – Associazione Italiana di Agroecologia; Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica; CIWF; Lipu; ProNatura; Rete Semi Rurali; UPBio – Unione Produttori Biologici – WWF Italia) ed europee di consumatori, ambientalisti e produttori biologici hanno espresso un netto dissenso contro il previsto taglio del 23% al budget agricolo europeo e contro un modello di politica agricola ritenuto inefficace, iniquo e dannoso per ambiente, agricoltori e cittadini.
Le ragioni della protesta contro la nuova PAC
Il principale motivo della mobilitazione riguarda la riduzione delle risorse destinate all’agricoltura nel quadro finanziario europeo 2028-2034 e la confluenza del budget agricolo in un fondo unico insieme ad altre politiche. Secondo le associazioni, questo approccio rischia di indebolire ulteriormente un settore già in crisi strutturale. Nonostante la PAC assorba attualmente il 32% del bilancio europeo, i suoi obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica non sono stati raggiunti.
Il declino delle aziende agricole e la crisi economica del settore
L’agricoltura italiana è da decenni interessata da una drastica riduzione del numero di aziende. Dal 1982 a oggi sono scomparse quasi due imprese agricole su tre, con un calo superiore al 30% solo tra il 2010 e il 2020. Le piccole e medie aziende sono particolarmente penalizzate dalla concorrenza, dall’aumento dei costi energetici, dei carburanti, dei fertilizzanti e delle attrezzature, fattori che rendono sempre più difficile la sostenibilità economica del lavoro agricolo.
Impatti ambientali e fallimento della sostenibilità
Parallelamente alla crisi economica, l’agricoltura europea continua a esercitare forti pressioni sugli ecosistemi terrestri, sulle risorse idriche e sugli ambienti marini. La produzione animale intensiva rappresenta uno dei settori con i maggiori impatti in termini di emissioni di gas serra, consumo di suolo e perdita di biodiversità. Secondo il Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, oltre l’80% degli habitat protetti è in cattivo stato e il 60–70% dei suoli europei risulta degradato, mentre lo stress idrico interessa già il 30% del territorio europeo.
Una distribuzione iniqua delle risorse PAC
Le associazioni denunciano anche l’iniqua distribuzione dei fondi agricoli. Negli ultimi anni circa il 60% delle risorse finanziarie è stato assegnato al 20% delle aziende, principalmente sulla base della superficie agricola utilizzata. Questo criterio ha favorito le grandi imprese agricole, trasformando i contributi in una rendita fondiaria e penalizzando chi lavora su piccola scala e con maggiore intensità di manodopera.
Deregolamentazione ambientale e semplificazione
Nonostante il budget 2023-2027 della PAC ammonti a circa 387 miliardi di euro, dal 2024 sono stati progressivamente eliminati molti impegni ambientali richiesti agli agricoltori. In nome della semplificazione burocratica sono state cancellate pratiche agronomiche fondamentali per la tutela della biodiversità e del clima. I recenti pacchetti di semplificazione e i provvedimenti Omnibus hanno ulteriormente indebolito la condizionalità ambientale e la normativa sui pesticidi, riducendo le garanzie per ambiente e salute dei consumatori.
Le richieste delle associazioni italiane
Secondo le associazioni, le istituzioni europee stanno smantellando le tutele ambientali per rispondere alle pressioni delle organizzazioni agricole e per contenere il malcontento legato ai tagli annunciati. Tuttavia, i cambiamenti proposti non affrontano i problemi strutturali della PAC, che continuerà a ignorare il valore del lavoro agricolo e il ruolo dell’agricoltura nella tutela dei beni pubblici come suolo, acqua, aria e biodiversità.
Verso una riforma radicale della PAC
Le nove associazioni italiane chiedono ai decisori politici europei di abbandonare una logica settoriale e miope e di avviare una riforma radicale della PAC. Viene richiesto il rispetto degli impegni assunti dalla Commissione europea nel Dialogo strategico “Una prospettiva condivisa per l’agricoltura e l’alimentazione in Europa”, presentato a settembre 2024, e ignorato nella Visione per l’agricoltura e l’alimentazione al 2040.
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